Angela Merkel non ci sa fare con gli eroi. Quando le si presenta qualcuno particolarmente promettente, la cancelliera tende a mantenere una certa distanza. Fu così con Barack Obama e così è oggi con altri capi di stato. Il lunedì di maggio durante il quale è avvenuto il loro primo incontro è stato perciò ancora più importante.
Il “messia” questa volta è venuto dalla Francia e Merkel, perennemente scettica, lo ha accolto con grandi sorrisi, luminosa in volto, per il primo viaggio all'estero del neoeletto presidente francese, a metà maggio. Emmanuel Macron non ha fatto in tempo a scendere della sua auto di stato che lei già lo ha agguantato, gli ha stretto la mano e sfiorato la spalla, sorridendo in tutte le direzioni. Dopo dodici anni, uno si abitua a cose del genere. Eppure, è raro vedere Angela Merkel accogliere un ospite con tanto affetto. Trump, Putin, la Brexit: una combinazione di eventi che deve aver esasperato proprio tutti, Merkel compresa.
Perché, ovviamente, entrambi vogliono proporre un’alternativa. Lui ha detto sì, lei pure: presto li si chiamerà M&M. Ottimisti e pieni di pensieri positivi: alla conferenza stampa, i due sono apparsi così felici, soddisfatti e di buon umore che ci si chiede in quale pentolone magico siano mai caduti. Merkel ha affermato di volersi “congratulare di cuore” con il suo ospite e ha proseguito augurandogli successo per le elezioni legislative di giugno; ad alcuni questo sarebbe potuto suonare un po’ strano, ma per Merkel era un modo di dire “in bocca al lupo”. Lei ha riconosciuto la centralità della figura di Macron e, con ciò, l’importanza di sostenerlo. “La Germania sarà forte solo se anche l'Europa lo sarà”, ha affermato la cancelliera. “E l'Europa sarà forte solo se anche la Francia lo sarà.” Parole che risuonavano come un’unica, grande promessa.
Diverso era invece il tono di Macron. Non che il leader non sia pronto ad assumersi i propri incarichi. Non ha sottovalutato però il peso del lavoro che gli si prospetta. Certo, si è definito “fortunato e lieto” di rappresentare la Francia, ma non ha dimenticato la rabbia dei delusi. Si è reso evidente quanto importante sia ora produrre risultati positivi: creare nuovi posti di lavoro, dare prova di un’Ue più pragmatica, meno burocratica e più giusta. Ancora più importanti, però, come ha affermato Macron al termine dell’incontro, sono le riforme da attuare in Francia, “non per volere dell’Ue, ma perché la Francia ne ha bisogno”, ha sottolineato il neopresidente.
Istruzione, difesa, investire rapidamente nelle infrastrutture, sono aspetti ai quali Parigi e Berlino stanno pensando da tempo e che vogliono approfondire al più presto. Ma già in questo primo incontro tra la cancelliera e il presidente è risultato chiaro che gli obiettivi sono anche altri. Inaspettatamente, i due leader hanno parlato anche di nuovi trattati Ue. Macron ha addirittura evocato una “rifondazione storica dell’Europa” e Angela Merkel ha raccontato di aver sempre trovato alquanto strano che molti in Europa rifiutino la modifica dei trattati, una posizione che espone l’Unione Europea alle contestazioni: il mondo cambia, e anche l’Ue deve fornire delle risposte. “Quando riusciremo a spiegare il perché e lo scopo delle nostre azioni, allora la Germania sarà pronta”, ha promesso Angela Merkel.
Ora più che mai risulta evidente che a unire i due stati non è solo una profonda amicizia. A unirli è la lotta contro il populismo e contro i sostenitori di Trump, di Putin e della Brexit. “Questo è un momento storico per l’Europa”, ha fatto notare il leader francese. E la sua ospite tedesca ha aggiunto che non è ancora stato tutto deciso e che c’è ancora molto da risolvere. Malgrado tutto, Angela Merkel considera quello attuale un “buon punto di partenza, che ci dà una notevole spinta”. La prima visita in Germania del presidente francese è stata breve, ma da ricordare negli annali.
Questo articolo è stato tradotto in cooperazione con la Facoltà di traduzione e interpretariato dell'Università di Ginevra