Idee Helmut Kohl e Simone Veil

Erano il volto dell’Europa

Pubblicato il 4 Luglio 2017 alle 07:08

Alcune immagini sono di per sé eloquenti e simbolicamente forti. E l’immagine dell’ omaggio funebre reso a Helmut Kohl il 1 luglio scorso al Parlamento europeo di Strasburgo, ne è la prova.
Coperto con una bandiera europea, il feretro dell’ex cancelliere tedesco deceduto il 16 giugno scorso, era posto al centro dell’emiciclo, per una cerimonia funebre di Stato europea senza precedenti. Kohl è stato uno dei tre “cittadini onorari dell’Europa”, con il “padre fondatore” Jean Monnet e l’ex presidente della commissione europea Jacques Delors.
Erano presenti numerose personalità che hanno collaborato con Kohl quando era al potere nel periodo (1982-1998), come l’ex Primo ministro spagnolo Felipe Gonzales, l’ex presidente russo Dmitri Medvedev o l’ex presidente degli Stati uniti Bill Clinton, che gli ha dedicato un omaggio molto personale. Erano presenti anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, di cui Kohl è stato il mentore politico, e il neo presidente francese Emmanuel Macron, nonché i massimi dirigenti dell’Ue. L’immagine è forte poiché, in un periodo in cui la tentazione di un ripiego nazionale si fa sentire in diversi Stati membri, dimostra l’esistenza di un vero spirito europeo, rappresentato da una personalità come quella di Helmut Kohl, che ha lavorato alla costruzione dell’unità europea, oltre a quella del suo paese.

Il simbolo è ancora più forte che il giorno prima si è appresa la morte della prima presidente del Parlamento europeo, Simone Veil, a 89 anni. Sopravvissuta alla Shoah, appassionata attivista femminista — la legge francese sull’aborto del 1975 porta il suo nome — europeista convinta e personalità stimata e rispettata all’unanimità in Francia e in Europa, Simone Veil ha rappresentato, vissuto e plasmato come poche altre personalità il XX secolo europeo.

Anche se molto spesso l’Europa viene accusata di non essere vicina ai problemi dei cittadini europei a causa tra l’altro dell’assenza di personalità capaci di incarnarla — quante volte abbiamo sentito parlare dei “burocrati di Bruxelles senza volto” —, in grado di ascoltare e di rappresentare le loro aspettative e i loro timori, Helmut Kohl e Simone Veil hanno avuto questa capacità in virtù della loro storia personale ma anche grazie alla loro visione e azione politica. Avevano compreso che la pace la prosperità e la ricchezza dell’Europa (e dei loro rispettivi paesi) sarebbero state ottenute solo attraverso il perseguimento da parte degli europei di un destino e di obiettivi comuni, al di là degli interessi e confini nazionali.

Stiamo parlando di un altro periodo storico, si dirà, si viveva in un clima di ottimismo e le sfide erano molto più importanti — e sicuramente stimolanti — rispetto a quelle che l’Europa e il mondo stanno affrontando oggi. È vero in parte, ma basta questo per giustificare la mancanza di entusiasmo con cui la maggior parte dei leader europei affronta e guarda al futuro dell’Europa?

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