Opinion, ideas, initiatives Presidenziali in Francia

Emmanuel Macron dovrà rimettere l’Europa in moto

L'elezione del filoeuropeo Emmanuel Macron alla presidenza della repubblica in Francia è una buona notizia per l'Europa e per il mondo, ritiene Bernard Guetta, poiché potrà ridare all'Unione lo slancio che le manca.

Pubblicato il 9 Maggio 2017 alle 08:06

Le difficoltà arriveranno, e anche le delusioni. Arriveranno presto e saranno numerose, ma queste elezioni, oltre a darci un nuovo presidente, sono un grande avvenimento per la Francia, l’Europa, il mondo intero.

La Francia ha avuto l’audacia di fare una scommessa folle. La Francia che si inabissava nel pessimismo e nella disperazione, la Francia che aveva dimenticato il suo rango di quinta potenza economica del mondo, che non credeva più in se stessa e sembrava non volere altro futuro se non quello della chiusura delle porte e delle finestre, questa Francia che il mondo stentava a riconoscere, ha scelto di eleggere come presidente un giovane di 39 anni che un anno fa si è messo in testa di ridisegnare lo scacchiere politico nazionale e di assumere il comando del paese restituendogli coraggio, autostima ed energia con una campagna basata sull’unità europea.

L’immagine della Francia ne esce rinnovata, l’immagine che la Francia aveva di se stessa e l’immagine che il mondo aveva della Francia. L’elezione di Emmanuel Macron segna anche una svolta per l’Europa, per questa unione fuori della quale nessuna potenza europea può competere con gli stati-continente, vecchi ed emergenti, che plasmeranno il nuovo secolo.

Emmanuel Macron non è solo l’uomo che ieri ha fatto risuonare l’Inno alla gioia, l’inno dell’Europa, davanti alla piramide del Louvre. È soprattutto l’uomo che arriva nel momento più adatto, perché l’Unione se la passa male e i suoi cittadini se ne sono disamorati al punto tale che i leader nazionali hanno capito che bisogna dare un nuovo slancio al progetto comunitario, armonizzare i regimi fiscali e le protezioni sociali proseguendo verso un’Europa a più velocità in cui chi vorrà andare più lontano e più in fretta potrà farlo, dando l’esempio.

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La Francia indica un’altra via e offre un orizzonte alle nuove classi medie urbane

Esiste a tal proposito un consenso dei sei paesi fondatori, ma non solo. L’investimento nel futuro conterà quanto gli equilibri di bilancio. Le grandi linee del cambiamento sono tracciate e – a prescindere da chi sarà eletto cancelliere a settembre in Germania, Angela Merkel o Martin Schulz – Parigi e Berlino sono ormai, con l’elezione di Macron, sulla stessa lunghezza d’onda, con un’aggiunta di gioventù ed energia, con una Francia che si ricorda di aver inventato l’unità europea ed è pronta a difenderla con le unghie.

Quanto al resto del mondo, la situazione è semplice. Ci sono stati la Brexit, Donald Trump e l’ascesa delle nuove estrema destra europea, ma ora improvvisamente la Francia, paese che in passato aveva bocciato il progetto di un trattato costituzionale, ha eletto un uomo che si oppone alla paura.

La Francia indica un’altra via e offre un orizzonte alle nuove classi medie urbane che sono i battaglioni della democrazia, che hanno fatto le rivoluzioni arabe e manifestato contro Putin ed Erdoğan, che oggi sono allo sbando ma che tra vent’anni saranno al potere grazie al cambio generazionale.

La Francia dà al mondo la ventata di giovinezza di cui aveva estremo bisogno.

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