Opinion, ideas, initiatives Referendum in Catalogna

La Brexit spagnola

Il governo catalano vuole convocare una consultazione popolare sull’autodeterminazione della regione il 1 ottobre. Il governo si oppone strenuamente e la Corte costituzionale si è pronunciata contro. La discussione ricorda più il referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Ue che quello sull’indipendenza della Scozia, scrive il capo delle pagine opinione di El País.

Pubblicato il 26 Settembre 2017 alle 11:11

Ora come ora tutto ciò dovrebbe suonarci assolutamente familiare. Cominciamo col procurarci un lotto di politici irresponsabili e opportunisti. Laggiù, nel Regno Unito, David Cameron e un Partito conservatore diviso; l’allora premier ha usato l’Unione europea per eliminare i suoi avversari interni. Qua in Spagna, l’élite politica corrotta di Convergència Democrática de Cataluña [il partito al potere in Catalogna], che ha sposato una causa portata dagli indipendentisti radicali per riconquistare il consenso perduto dei cittadini.

Poi, pervertiamo la lingua. Laggiù, si dice che Bruxelles li soffoca; qui, che la Spagna ci rapina. Laggiù, si tratta di restituire al parlamento la sua sovranità; qui abbiamo un parlamento catalano che non è sottoposto alla legge ma solo a sé stesso. Laggiù si riprendono il controllo; qui ci attribuiamo da soli il diritto all’autodeterminazione. Laggiù saranno più forti fuori dall’Ue; qui saremo ricchi e felici fuori dalla Spagna.

E le bugie continuano a proposito del giorno dopo il referendum. Abbiamo quindi nel Regno Unito il sostegno di una stampa sensazionalistica che disprezza i fatti; qui, un servizio pubblico radiotelevisivo controllato dal governo catalano. Risultato: laggiù si dà da bere ai cittadini la storiella secondo la quale il Regno Unito continuerà a far parte del mercato unico pur non essendo più vincolato dalle regole di Bruxelles; qui, che la Catalogna continuerà a far parte dell’Ue dopo una rottura unilaterale. Laggiù si dice “non preoccupatevi, i cittadini europei manterranno i loro diritti dopo che il Regno Unito sarà uscito dall’Ue”; qui si dice che nessuno perderà la sua cittadinanza o i suoi diritti.

Cacciamo in seguito gli esperti dalla discussione. Così non dovremo più ascoltare quelli che, laggiù, dicono che la partenza del Regno Unito potrà compiersi in due anni senza dover affrontare costi enormi; qui sostengono che un’uscita unilaterale della Catalogna avrà un costo esorbitante.

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Proseguendo, sostituiamo i cittadini con “la gente” e sacralizziamo la democrazia diretta e plebiscitaria. Opponiamo un voto irreversibile e senza quorum alla libertà di fare e disfare le cose che danno le elezioni a intervalli regolari.

Risultato: spacchiamoci in due.

Non paragoniamo la Catalogna alla Scozia quindi, ma piuttosto alla Brexit. Con una differenza: Cameron fu sciocco al punto da aver organizzato il referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Ue pensando che la ragione avrebbe avuto la meglio sull’emozione. Qui per fortuna la maggior parte dei catalani non si lasceranno abbindolare da un progetto di Brexit così grossolano.

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