Avete mai sentito l’espressione “villaggio Potemkin”? Alla fine del XVIII secolo l’élite russa voleva dimostrare al mondo di essere più potente di quello che era in realtà. Di conseguenza la corte di San Pietroburgo decise di accompagnare i dignitari e gli ambasciatori stranieri lungo il fiume Dnepr perché vedessero con i loro occhi quanto fossero grati i contadini dell’Ucraina, occupata di recente, nei confronti dei loro nuovi padroni russi.
Sapendo che gli occidentali non si sarebbero aspettati un imbroglio – i dignitari erano britannici, francesi e prussiani – il maresciallo Potemkin fece costruire dei villaggi mobili, assemblati nelle anse del fiume poco prima dell'arrivo dei battelli che portavano gli stranieri. I dignitari vedevano accalcata sulle rive una folla entusiasta che salutava i battelli e riempiva Caterina la Grande di complimenti. Non appena i battelli si allontanavano, Potemkin smontava in tutta fretta il paese e lo trasportava giù lungo il fiume, per riassemblarlo e ripetere la scena dove i battelli si sarebbero fermati per la notte.
I dignitari stranieri tornarono nei loro rispettivi paesi sbalorditi dalla potenza e dalla saggezza dei russi, dimostrate dalle lodi degli ucraini verso i loro nuovi padroni. Per capire fino in fondo l’ingenuità e il successo dei villaggi Potemkin, tuttavia, dobbiamo tener presente che i dignitari stranieri volevano crederci, perché il successo della Russia gli tornava comodo. Era il 1787. L’America era diventata una repubblica, mentre l’impero francese cominciava a vacillare. Le vecchie certezze si stavano sgretolando. I dignitari volevano vedere il mondo come a loro piaceva che fosse, non come era in realtà.
Torniamo ai giorni nostri. La cosiddetta "troika" – con tanto di nome russo – è a Dublino. E se ne andrà dicendo che va tutto bene. Le mostreremo le cifre relative alle esportazioni e al pil – corrispettivi odierni dei villaggi Potemkin – e ne rimarrà contenta, senza aver preso in considerazione la disoccupazione, l’emigrazione, le disparità o il crollo dei consumi. Vedrà quello che vorrà vedere.
La troika non osserva le cose brutte e reali perché, come i dignitari in visita in Russia, non vuole vederle. Preferisce credere alla sua stessa propaganda perché non può permettersi di fallire. Per la troika i programmi di austerity devono avere successo, perché l’eventualità di un effetto domino è troppo terrificante per poter essere presa in considerazione. Ma non c’è più nulla da fare. I bailout di Fmi e Ue sono storia passata. A prescindere da ciò che faremo, gli eventi avranno la meglio su di noi.
La Troika ha fallito perché suo obiettivo principale non era rimettere in sesto l’Irlanda, la Grecia e il Portogallo, bensì circondarli con un cordone sanitario, isolarli come garanzie nella partita più grande, che è salvare l’euro. Per riuscirci, la troika ha dovuto affermare che Irlanda, Grecia e Portogallo erano solo inadempienti e potevano essere curati in isolamento. Questa politica è concepita come una sorta di quarantena finanziaria per impedire i contagi. Se la missione della troika avesse avuto successo, mettere in quarantena i paesi insolventi avrebbe dovuto rafforzare le difese delle banche europee. Ne consegue che obiettivo del Fmi e dell’Ue non era salvare questi paesi, bensì assicurarsi che nessuno ponesse troppe domande su cosa si nascondeva dietro i bilanci delle banche europee.
Aspettando Napoleone
Ma la missione è fallita. I registri delle banche europee sono pieni di pessimi investimenti. Le banche hanno smesso di erogare prestiti alle altre banche, perché non si fidano più le une delle altre. Quando tutti mentono, ciò non stupisce affatto. Siamo in presenza di quella che viene definita una stretta creditizia. Questa crisi del debito sovrano aggrava la sensazione di panico e ciò significa che l’unico acquirente del debito sovrano sarà la Banca centrale europea. Ma ciò viola le regole stesse della Bce e rende estremamente nervosi i tedeschi, che temono che la loro banca centrale diventi una discarica per i rifiuti finanziari dell’Europa.
Ciò assomiglia a un contagio, proprio quello che si la troika doveva scongiurare. L’approccio della quarantena per gli stati è miseramente fallito. I contagi ormai sono molteplici, l’infezione si diffonde. Un futuro bailout dell’intero sistema finanziario potrebbe costare migliaia di miliardi di euro. E ciò non accadrà senza pagare il prezzo di un’accelerata integrazione politica. Adesso però la forza irresistibile dell'integrazione si scontra con i cittadini europei, che non vogliono il federalismo. Aspettate i referendum, e allora sì che vedremo i fuochi d’artificio.
Ricordate cosa ne è stato dal paese che aveva costruito i villaggi Potemkin? Fu invaso dalla Francia napoleonica, esattamente quel tipo di catastrofe che la piccola bugia dei villaggi avrebbe dovuto scongiurare. (traduzione di Anna Bissanti)