Nicolas Sarkozy e Angela Merkel l'11 novembre 2009 a Parigi. (AFP)

Sempre più amici

Per la prima volta alle celebrazioni dell'11 novembre, giorno della vittoria francese sulla Germania nella Prima guerra mondiale, sono state invitate anche le autorità tedesche. Un altro passo verso un'amicizia sempre più stretta tra i due grandi paesi europei, osserva la stampa da una parte e dall'altra del Reno.

Pubblicato il 11 Novembre 2009 alle 17:06
Nicolas Sarkozy e Angela Merkel l'11 novembre 2009 a Parigi. (AFP)

Due giorni dopo l'incontro tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy a Berlino in occasione del ventennale della caduta del muro, a Parigi l'inno tedesco risuonava sotto l'Arco di trionfo e il presidente e la cancelliera si reincontravano davanti alla tomba del milite ignoto. Quest'anno la ricorrenza dell'11 novembre, che da quasi un secolo commemora la vittoria francese sulla Germania e la fine della guerra del 1914-1918, è diversa dalle precedenti. Per la prima volta un capo di stato tedesco partecipa a fianco di un presidente francese alla commemorazione della fine della Prima guerra mondiale, una svolta in un rapporto già privilegiato.

“Ricordiamo la massiccia silhouette di Helmut Kohl che teneva per mano Mitterand all'ossario di Douaumont nel settembre del 1984, ma si trattava della commemorazione della battaglia di Verdun”, osserva Le Monde. “È arrivato il momento di voltare pagina. Anche l'ultimo reduce francese della Prima guerra mondiale è ormai morto e Angela Merkel, 55 anni, rappresenta una nuova generazione nata dopo la Seconda guerra mondiale” scrive Le Monde, che sottolinea: “Germania e Francia hanno in cantiere la creazione di un ministero comune che potrebbe nascere nel gennaio 2010 in forma ancora da definire”.

Un altro Sarko-show?

“Tutto sembra possibile. Un ministero comune franco-tedesco”, afferma la Frankfurter Rundschau, “un'agenda europea e una politica industriale comune” e inoltre, per la gioia di Parigi, la riduzione delle imposte da parte di Angela Merkel. Ma, al di là di questa “nuova passione francese per i tedeschi”, chi vuole sapere cosa cambierà nelle relazioni franco-tedesche è pregato di attendere fino all'anno prossimo”, osserva la Suddeutsche Zeitung. “Berlino teme soprattutto di servire da cassa di risonanza per un nuovo show di Sarkozy”.

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Meno entusiasta,la Frankfurter Allgemeine Zeitung ritiene che, benché ogni paese abbia il diritto di festeggiare i suoi trionfi, un tedesco si sentirà sempre estraneo a queste commemorazioni. “Nel suo 'lungo cammino verso l'Ovest', il mimetismo della Repubblica federale è diventato tanto profondo da associarsi ai vincitori anche al prezzo di contorsionismi storico politici?” La Faz propone dunque di depoliticizzare l'armistizio per farne “una cerimonia in ricordo di tutti i soldati caduti in battaglia in tutti i paesi”, sottolineando che sarà difficile farlo a Parigi, sotto un Arco di Trionfo dedicato alle vittorie napoleoniche.

Governi amici, cittadini estranei

“Simboli politici, una rete tv comune, Arte, un manuale scolastico di storia franco-tedesca, consigli dei ministri comuni e altro ancora. Più che una riconciliazione, è una vera amicizia costruita negli anni”, nota La Croix. Ma, osserva il quotidiano cattolico, i legami tra i due paesi sembrano segnati soprattutto dai responsabili politici. Citato dal giornale, un professore di storia contemporanea rivela “il divario tra il governo francese che celebra l'amicizia franco-tedesca e la realtà dei cittadini che ignorano tutto dei loro vicini. Sempre meno studenti francesi vanno in Germania a studiare, per esempio, e la lingua tedesca perde terreno in Francia”.

Tuttavia, conclude Le Monde, l'11 novembre è la data ideale per diventare il simbolo di un destino e di una memoria comuni, dato che “ricorda il motivo stesso per cui è stata costruita l'Unione europea: la rinuncia definitiva alla guerra e alla violazione dei diritti fondamentali”. Il quotidiano parigino sottolinea tuttavia “che da tempi immemorabili, alle 11.11 dell'11 novembre in Germania inizia il carnevale”, a cui il presidente francese ha preso parte con la polemica sulla sua presenza ai piedi del Muro di Berlino il 9 novembre 1989, annunciata da Nicolas Sarkozy sulla sua pagina di Facebook. Secondo il settimanale satirico Le Canard enchaîné, in effetti, il giovane sindaco di Neuilly-sur-seine era davvero a Berlino nel novembre 1989, ma non il giorno della caduta del Muro.

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