"Sapete come si fa a capire se un signore che si aggira con fare sospetto nei pressi delle nostre banche è un agente in borghese della Guardia di Finanza? Semplice: se legge il Wall Street Journal all’incontrario, è un italiano". Battute come questa sono sempre più frequenti in Svizzera, dove lo scudo fiscale lanciato da Roma per favore il rimpatrio dei capitali italiani nascosti oltralpe ha scatenato l'odio per i vicini, con accuse di ipocrisia e ingratitudine e minacce neanche tanto velate, riporta La Stampa. Le misure eccezionali volute dal ministro Tremonti, che ha ordinato la perquisizione delle filiali italiane delle banche svizzere e i cosiddetti "fiscovelox" a Chiasso per fotografare i sospetti evasori hanno toccato nervi già scoperti dalle conseguenze della crisi e dal colpo di frusta contro i paradisi fiscali. "Che ricordi io, non c’è mai stato un momento di simile tensione con l’Italia", dichiara il direttore del Corriere del Ticino Giancarlo Dillena. Tanto che ai vertici della Confederazione c'è già chi prepara rappresaglie: "potremmo promuovere referendum di cui l’Italia si pentirebbe. Siamo piccoli, ma litigare con noi non conviene a nessuno". L'articolo su La Stampa
VISTO DALLA SVIZZERA
Interessi elettorali
"Roma ha fatto i suoi conti",osserva L'Hebdo: "secondo il ministro dell'economia Giulio Tremonti, 550 miliardi di euro italiani si troverebbero all'estero, per lo più in Svizzera. Il governo spera di far tornare a casa entro il 15 dicembre tra 80 e 100 miliardi di euro sparsi per il mondo". Ma, aggiunge la rivista di Losanna, "è difficile non vedere in quest'ultima manovra fiscale interessi legati alla situazione politica italiana, in particolare al dopo-Berlusconi. Tremonti, 62 anni, uno dei pochi esponenti della maggioranza a godere di una seria reputazione, avrebbe ambizioni di governo. Mostrarsi aggressivi sull'evasione fiscale, un tema che offre buoni guadagni politici in tempo di crisi, significa anche presentarsi come un possibile successore di Berlusconi in previsione dello scontro con il postfascista Gianfranco Fini in vista delle prossime elezioni politiche. Berlusconi spinge Tremonti nella speranza che risolva i suoi problemi con la giustizia, come Chirarc aveva puntato – perdendo – su Dominique de Villepin".