L'edificio del Beddington Zero Energy Development (BedZED), Londra (OnePlanetSutton)

L'Unione alza la posta

La resa dei conti di Copenhagen comincia ancora prima che si alzi il sipario sulla Conferenza sul Clima, il 7 dicembre, ed è uno scontro di numeri, senza esclusione di colpi. Lo ingaggia l’Europa che, guidata dall’ambizione di essere il leader planetario nella lotta all’effetto serra, fa dichiarazioni concilianti e le accompagna con tabelle al vetriolo.

Pubblicato il 4 Dicembre 2009 alle 13:41
L'edificio del Beddington Zero Energy Development (BedZED), Londra (OnePlanetSutton)

L'Europa tiene al suo ruolo primario nella lotta al riscaldamento climatico e non vuole veder fallire completamente il vertice di Copenaghen, tanto che è disposta a pestare piedi eccellenti per ottenere un risultato positivo, scritto La Stampa. Nonostante l'apparente pacatezza dei toni, quello lanciato agli Stati Uniti e alle maggiori economie emergenti è un rimbrotto piuttosto pesante: gli impegni annunciati fino a questo momento sono un bluff. "Lo sforzo di Obama, fa capire Bruxelles, è una montagna se misurato sulla base del 2005 (-17%), ma diventa un topolino (-3%) una volta riportato al parametro comunitario, ovvero il 1990", spiega Marco Zatterin. "Per l’Ue, che si vota a una riduzione di almeno il 20%, è chiaro che Washington deve fare parecchio di più." L'Europa se l'è presa anche con India e Cina, la cui promessa di ridurre l'intensità carbonica delle proprie economie non eviterà che le loro emissioni arrivino a superare quelle dell'occidente. Ma Bruxelles è conscia che le opposizioni al suo piano originario saranno molto difficili da superare, e ha pronta un'uscita d'emergenza. "La Commissione ammette che è 'improbabile raggiungere a Copenaghen un accordo pieno su un trattato vincolante'. Si deve pertanto cominciare a lavorare su quattro elementi: trovare una visione comune sulla soglia dei 2 gradi; indicare impegni di riduzione delle emissioni ambiziosi e compatibili; definire un pacchetto finanziario che comprenda un’intesa per una partenza rapida; ribadire l’esigenza di un patto legale vincolante da finalizzare a metà 2010 nella conferenza già in programma a Bonn."

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