Elezioni nel segno del Gorilla

Le elezioni anticipate avrebbero dovuto essere incentrate sull'Europa e sul ruolo della Slovacchia nell'Unione, ma le rivelazioni sulla corruzione politica ai massimi livelli minacciano di far crollare l'intero sistema.

Pubblicato il 9 Marzo 2012 alle 14:52

Quando in ottobre il governo di destra di Iveta Radičova è caduto a causa di una disputa sulla partecipazione della Slovacchia al bailout per i paesi indebitati dell'eurozona, è sembrato che il ruolo del paese in Europa avrebbe ridisegnato la politica nazionale.

In molti a quel punto hanno pensato che le elezioni del 10 marzo avrebbero sancito l'inizio di una nuova era in cui l'orientamento pro-europeo avrebbe compattato la coalizione di governo più di qualsiasi tradizionale divergenza ideologica (e nel caso della Slovacchia, anche culturale) tra destra e sinistra.

Tuttavia, nel giro di qualche mese, la situazione è cambiata radicalmente. L'Europa è finita nel dimenticatoio, e la scena pubblica è ormai dominata dagli scandali legati alla corruzione che stanno sgretolando inesorabilmente la politica slovacca. La pubblicazione del documento "Gorilla", un rapporto dei servizi segreti slovacchi (Sis) sui legami tra il mondo degli affari e la politica, ha spinto gli elettori (soprattutto quelli di destra) verso nuovi partiti, spuntati come funghi dopo un temporale.

Nel giro di poco tempo, però, anche le nuove formazioni sono state colpite una dopo l'altra da nuovi scandali. Probabilmente la conseguenza principale dell'attuale caos sarà un'affluenza ai minimi storici (45 per cento), con un terzo dei votanti che non ha ancora deciso a chi assegnare la preferenza.

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Per comprendere la situazione vale la pena di ripercorrere il cammino di alcune nuove formazioni politiche che recentemente hanno dominato la scena politica (insieme a Gorilla, naturalmente). SaS, giovane partito liberale euroscettico che ha provocato la caduta del partito di Radičova, ha visto improvvisamente crollare la sua reputazione di partito libero dalla corruzione e animato da saldi principi.

Per trascinarlo nella polvere sono bastate due rivelazioni: il ministro della difesa Ľubomír Galko ha chiesto ai Servizi segreti di intercettare le conversazioni telefoniche di alcuni giornalisti, mentre il leader del partito Richard Sulík ha lasciato che un imprenditore coinvolto nei "Mafia file" esaminasse le candidature del partito prima delle elezioni. Come dimostrano alcuni filmati registrati di nascosto e pubblicati anonimamente, quando era presidente del parlamento Sulík ha incontrato l'uomo d'affari Martin Kočner e gli ha passato informazioni riservate.

Il partito Gente ordinaria di Igor Matovič è un'altra forza che aspira a ricoprire un ruolo di rilievo nella politica slovacca. L'anno scorso Matovič, un giovane populista, ha rotto con SaS ed ha formato una lista separata insieme a diverse personalità di spicco, appartenenti soprattutto ai circoli intellettuali conservatori.

Dopo l'esplosione dello scandalo Gorilla, Matovič ha chiesto ai suoi di sottoporsi alla macchina della verità per dimostrare di non aver mai offerto o intascato una bustarella. I candidati si sono rifiutati, hanno abbandonato in massa la lista elettorale (Matovič si è invece sottoposto all'esperimento) e hanno accusato il leader del partito di essere un pazzo e un bugiardo.

Un'altra nuova formazione politica è 99%, fondata lo scorso ottobre. La sua lista è ricca di nomi sconosciuti, ma il partito ha potuto organizzare una massiccia campagna elettorale grazie al sostegno di una società produttrice di armamenti. Secondo i sondaggi il progetto, chiaramente imprenditoriale e basato sullo sfruttamento delle idee e gli slogan del movimento Occupy Wall Street, si aggira attorno al 5 per cento, il che dimostra fino a che punto siano disorientati gli slovacchi. Intanto la polizia ha indagato sulle diecimila firme obbligatorie per la registrazione di un nuovo partito, ed è risultato subito evidente che la maggior parte sono false. Gli avvocati costituzionali hanno spiegato che le elezioni potrebbero essere invalidate dopo il voto.

A causa dell'ondata di scandali amplificati dai mezzi d'informazione, i politici slovacchi sono in preda al panico e si rifiutano di rispondere alle domande dei giornalisti e di apparire nei dibattiti televisivi, come è accaduto al leader nazionalista del Sns Jan Slota, il cui partito è colato a picco nei sondaggi. Come se non bastasse, il sistema informativo dell'ufficio imposte è andato in tilt, e con esso il budget dello stato, che da febbraio è pesantemente in rosso. Si prevedono enormi perdite, per non parlare delle difficoltà che attendono chiunque presenti una richiesta di rimborso.

Aspettando Fico

Tra gli slovacchi aumenta la convinzione che lo stato non riesca adempiere alle sue funzioni basilari a causa dei politici corrotti, anche se potrebbe essere una spiegazione semplicistica.

Ad approfittare delle situazione è soprattutto un partito, lo Smer (centrosinistra) di Robert Fico. Se i piccoli partiti riusciranno a entrare in parlamento nonostante gli scandali, aumenteranno la confusione nelle file delle destra. Se invece non ci riusciranno, l'assenza dei loro voti avvantaggerà comunque Fico. A questo punto è probabile che Smer ottenga la maggioranza assoluta, forse addirittura una maggioranza costituzionale.

L'interrogativo principale riguarda il numero di seggi che spetteranno al partito di Fico. Se la vittoria sarà schiacciante, potrebbe segnare l'inizio di una nuova era e il totale fallimento di quella classe politica rappresentata dal leader di Sdku e due volte primo ministro Mikulas Dzurinda. Sdku osserva impotente il crollo nei sondaggi, secondo cui potrebbe addirittura non raggiungere il 5 per cento necessario per entrare in parlamento. A Dzurinda non resta che sperare di essere salvato dagli elettori frustrati.

In un contesto in cui i sondaggi riflettono solo vagamente il cambiamento vertiginoso nei sentimenti dell'elettorato, cercare di prevedere il risultato elettorale è del tutto inutile. Possiamo solo sperare che la società slovacca riesca a scrollarsi di dosso la sensazione angosciante di caos e disperazione e che il nuovo governo sia in grado di concentrarsi nuovamente su argomenti seri, come il futuro della Slovacchia in Europa.

Analisi

Robert Fico, il grande venditore

"Smer: un partito per gli sponsor e gli elettori", titola Sme analizzando le ragioni dietro allo "storico sostegno" di cui godono i socialdemocratici. Il leader populista Robert Fico, primo ministro dal 2006 al 2010, è il favorito per guidare il nuovo governo.

"Non è certo la qualità a poter spiegare lo scarto tra Smer e le altre formazioni politiche", sottolinea il quotidiano di Bratislava. Secondo Sme i conservatori del Sdku, oggi del tutto screditati dallo scandalo Gorilla, sono l'immagine concreta del clientelismo politico, esaltato soprattutto durante il governo di Mikuláš Dzurinda [2002-2006]. Tuttavia i socialdemocratici hanno legittimato il sistema.

"È normale che i finanziatori rivendichino i contratti pubblici per recuperare il denaro che hanno investito nel partito", ha dichiarato in passato Robert Fico dopo aver ottenuto per l'appoggio economico di cinque grandi imprese. Al momento Fico non sembra essere coinvolto nello scandalo "Gorilla", che al contrario potrebbe avvantaggiarlo. Secondo Sme

nell'arte di dire agli elettori ciò che vogliono sentire, Robert Fico non ha rivali in Slovacchia. […] Sa vendere abilmente i suoi slogan sullo stato forte protettore di tutti e sulle "certezze" garantite dallo stato sociale.

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