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Un milione di firme per cambiare l'Unione

Il trattato di Lisbona introduce le iniziative di legge popolari a partire da un milione di firme. Ma non è abbastanza per inquadrare questo nuovo strumento di democrazia partecipativa.

Pubblicato il 20 Gennaio 2010 alle 16:59
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La distanza fra i cittadini e l'Europa potrebbe essere sensibilmente ridotta con l'applicazione dell'Iniziativa popolare europea (Ice), una della disposizioni più innovative del trattato di Lisbona e primo passo verso la democrazia diretta. L'Ice infatti permette ai cittadini europei di chiedere alla Commissione di presentare una proposta di legge su qualsiasi argomento, a condizione che abbiano raccolto un milione di firme (cioè l'equivalente dello 0,2 per cento della popolazione dell'Unione). Ambiente, problemi sociali e danni causati dalla crisi finanziaria sono tra i favoriti per le prime Ice. Questo strumento trasferisce ai cittadini una parte del potere di iniziativa legislativa, finora concentrato nelle mani dell'esecutivo comunitario.

Come per molti altri strumenti europei, tutto dipenderà dalla sua applicazione. Il trattato parla di "cittadini dell'Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di stati membri". Come afferma Jean-Claude Piris nel suo libro Le traité constitutionnel pour l'Europe: une analyse juridique, si tratta adesso di precisare il numero minimo di stati membri da cui dovranno provenire i firmatari, il numero minimo di firme per stato, chi potrà firmare, la procedura di proposta di legge e la verifica delle firme.

Per abbozzare delle risposte, la Commissione europea ha elaborato un libro verde sulla questione e ha aperto una consultazione pubblica che raccoglie le proposte delle istituzioni e dei cittadini nelle 23 lingue ufficiali dell'Ue sul sito dell'Unione. Aperta l'11 novembre, la consultazione sarà chiusa il prossimo 31 gennaio. Finora al Libro verde e alla consultazione, sostenuti dalla vicepresidente della Commissione Margot Wallström, sono arrivate solo una cinquantina di risposte. Il libro verde propone delle applicazioni pratiche dell'Ice, ma la Commissione vuole attendere i suggerimenti della consultazione pubblica prima di formulare la proposta di regolamento che dovrà essere approvata dal Parlamento e dal Consiglio.

Diego López Garrido, segretario di stato spagnolo per l'Ue, considera che l'avvio dell'iniziativa popolare "è una delle priorità della presidenza spagnola dell'Ue". L'obiettivo è far approvare il regolamento da parte del Consiglio e del Parlamento europeo nei primi mesi del 2010. Il Parlamento di Strasburgo sta lavorando a una risoluzione del Libro verde sulla necessità di "rendere il più possibile flessibili le condizioni richieste per facilitare il ricorso all'iniziativa popolare", spiega Ramón Jáuregui, portavoce della Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo. Per Jáuregui le questioni legate alla sicurezza del lavoro, alla regolamentazione dei mercati finanziari, al fisco internazionale e ai paradisi fiscali sono tutti argomenti che potranno essere affrontati da iniziative popolari europee. (adr)

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IN DISCUSSIONE

Qualche dettaglio ancora da risolvere

Uno dei principali ostacoli all'applicazione dell'iniziativa popolare è la sua rappresentatività: bisogna infatti raccogliere un numero minimo di firme in un numero minimo di paesi, osserva El País. Secondo la Commissione l'iniziativa dovrebbe essere appoggiata dallo 0,2 per cento della popolazione dell'Unione, cioè un milione di persone, distribuite in modo proporzionale in ogni paese (per esempio 16omila in Germania, 20mila del Belgio e solo 800 a Malta). Questa percentuale, osserva El País, è molto inferiore a quella richiesta dagli stati membri per questo tipo di iniziativa (l'1,2 per cento della popolazione in Spagna e in Austria, il 10 per cento in Lettonia, l'1,55 per cento in Lituania). Anche l'età dei partecipanti pone dei problemi, perché l'elettorato attivo non è lo stesso ovunque, così come la questione dell'autentificazione delle firme e della loro verifica, della durata della campagna di raccolta delle firme, del finanziamento dell'iniziativa e delle sue modalità di presentazione. Al vertice di La Granja del 12 gennaio, i ministri degli affari europei hanno indicato che l'unica condizione per lanciare un'Ice sia la raccolta di un milione di firme provenienti da almeno un terzo dei paesi membri. Questa ipotesi è sostenuta anche dalla Commissione, mentre il Parlamento punta ad abbassare il limite a un quarto dei paesi Ue. I ministri hanno discusso anche di come evitare gli abusi e le iniziative "illegali o contrarie agli interessi dell'Unione", ma non hanno preso alcuna decisione in materia.

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