Terremoto nell'eurozona. (Foto Getty)

L'euro contro gli speculatori

Sotto attacco da più parti, la moneta unica è chiamata a superare una prova senza precedenti. La stampa europea denuncia un’azione ostile e concertata e invita i governi a reagire.

Pubblicato il 8 Febbraio 2010 alle 16:20
Terremoto nell'eurozona. (Foto Getty)

"La finanza vuole la rovina della zona euro?", è la domanda che secondo Libération riecheggia da venerdì scorso nelle cancellerie nazionali e nei corridoi delle istituzioni europee. Quel giorno "la borsa di Parigi ha perso il 3,40% e quella di Atene il 3,73%”, ricorda il quotidiano francese. L’euro è sceso sotto la soglia degli 1,36 dollari per la prima volta in otto mesi. Sotto accusa sono soprattutto i 30mila miliardi di debiti pubblici accumulati dai paesi del G7 e la situazione in Grecia, Spagna e Portogallo.

"A mano a mano che crescono le preoccupazioni sulla situazione generale delle finanze pubbliche, gli speculatori mettono alla prova la solidità della zona euro attaccando gli anelli più deboli della catena", spiega La Tribune. L’economista americano Nouriel Roubini ha addirittura evocato una “possibile scissione dell’Unione monetaria”. "Con le loro pressioni sull’euro e gli alti tassi imposti sui prestiti agli stati in difficoltà – aggiunge il giornale economico – gli speculatori inchiodano la seconda potenza economica al mondo alle sue debolezze: l’assenza di un governo europeo e la rigidità del trattato di Maastricht che preclude la solidarietà tra gli stati".

Il complotto anglosassone

La destabilizzazione della moneta unica sarebbe dunque premeditata, e Libération indica tre colpevoli: "Secondo le informazioni in nostro possesso, ottenute da fonti autorevoli del mercato e degli ambienti finanziari, dietro agli attacchi contro Grecia, Portogallo e Spagna ci sarebbero una grande banca di investimento americana e due hedge fund molto importanti. Il loro vero obiettivo? Guadagnare capitali creando il panico, così da riuscire a ottenere dalla Grecia tassi di interesse sempre più alti, continuando a speculare. Perché non fare i loro nomi? Perché si tratta di un mucchio di supposizioni che un tribunale rischierebbe di giudicare insufficienti in caso di processo. E, come dice un operatore di mercato, 'con quelli là non si scherza'".

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Libé spiega che “i due hedge fund che tengono in pugno il mercato greco sono furiosi per aver ottenuto solo il 2% sull’ultimo prestito ad Atene, e sono decisi a far dilagare il panico sul mercato dei cds (credit default swap). Che cosa c'è dietro questa sigla? Un titolo assicurativo che si sottoscrive per premunirsi contro una potenziale insolvenza di uno stato al quale si sono prestati dei soldi. I cds si scambiano su un mercato non regolato e completamente opaco. El País osserva che “nulla di ciò che sta accadendo, compresi gli editoriali di alcuni giornali esteri con i loro commenti apocalittici, è una semplice coincidenza, ma obbedisce a interessi particolari”. Che il ministro spagnolo dell’economia Elena Salgado sia partita l’8 febbraio per Londra, per tentare di “convincere” gli investitori della City e i media della solvibilità dell’economia spagnola, la dice lunga su dove si debbano cercare questi “interessi particolari”.

Il metodo Isarescu

Sul suo blog europeo “Charlemagne”, l'Economist confuta tuttavia la tesi di una “cospirazione anglosassone” secondo cui i britannici, “che hanno sempre odiato l’euro, e gli americani, che si sentono minacciati da esso, cercherebbero di screditarlo e di distogliere l’attenzione dalle difficoltà del dollaro e della sterlina”. Salvo il fatto, osserva il giornale, che “nemmeno i giornali più euroscettici, come il Daily Mail, si rallegrano dei problemi della zona euro, preoccupati come sono che il contagio si estenda all'economia britannica”. Nell’immediato, preannuncia Libération, i governi europei e la Banca centrale europea dovrebbero tentare di “calmare i mercati facendo comprendere loro che sono oggetto di speculazione.

Non c'entra il trattato di Maastricht, che impedisce di aiutare uno stato membro della zona euro in difficoltà. Se gli investitori hanno la garanzia che la Grecia non collasserà, ritornerà la calma”. Si tratta di quello che il sito romeno di informazione hotnews.ro ha battezzato il “metodo Isarescu”, dal nome del governatore della Banca centrale romena Mugur Isarescu. In autunno, racconta Hotnews, “una banca romena aveva assicurato ai suoi clienti che il leu stava per deprezzarsi. Sono passate settimane e il leu ha deluso chi gli aveva scommesso contro. I clienti della banca hanno finito col dare l’ordine di vendere, determinando così una perdita massiccia alla banca in causa”. La Banca centrale, che non ha mai confermato tali paure, ci ha addirittura guadagnato. E la Bce adesso dovrebbe fare la stessa cosa”.

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