Dove porta la strategia Eu 2020? Foto Luis Castaneda Inc.

Un’altra lista di buoni propositi?

Dopo il fallimento della strategia di Lisbona, che avrebbe dovuto rendere l'Ue l'economia più competitiva del mondo entro il 2010, la Commissione presenta Eu 2020, un nuovo piano basato su innovazione, istruzione e nuove tecnologie. Ma i dubbi sono già parecchi.

Pubblicato il 2 Marzo 2010 alle 14:03
Dove porta la strategia Eu 2020? Foto Luis Castaneda Inc.

"Crescere con le super reti energetiche, un nuovo codice per gli aiuti di stato, un vero sistema continentale di brevetti, un mercato unico della ricerca, uno dei trasporti ripensato in chiave verde e, infine, Internet per tutti, ad alta velocità e basso prezzo": nonostante il flop della strategia di Lisbona e la crisi economica che ha "spazzato via" i pochi risultati da essa ottenuti, la Commissione europea ci riprova con Ue 2020, spostando il traguardo avanti di dieci anni.

"Certo", scrive Marco Zatterin su La Stampa, "almeno a scorrere l’ultima bozza, è ambizioso nei cinque obiettivi posti per il 2020: spingere l’occupazione dall’attuale 69% della popolazione attiva al 75; investire il 4% del pil in ricerca; tagliare del 20% le emissioni di Co2 rispetto al ’90; portare i laureati al 40% della popolazione adulta; ridurre di un quarto, cioè di 28 milioni, il numero di coloro che vivono sotto la soglia di povertà." Ma la congiuntura non potrebbe essere più negativa: la crisi ha ridotto i fondi disponibili per i necessari investimenti, e ha creato un clima da tutti contro tutti che non aiuterà certo gli sforzi di coordinamento. Ma la Commissione avverte: "O si affronta il futuro accettando tutti insieme le sfide della ripresa, o si rischia una perdita permanente di crescita che potrebbe portare ad un’alta disoccupazione, a tensioni sociali e al declino sulla scena mondiale".

Di fronte a circostanze così eccezionali, però, fa discutere che il rispetto degli impegni sia affidato ai soli "policy warning", richiami non vincolanti che i paesi membri potranno facilmente ignorare: "Sarebbe stato meglio avere delle sanzioni, la Strategia di Lisbona non le aveva ed è fallita. Ma nemmeno la crisi, questa crisi, ha convinto le capitali Ue a discutere dei vincoli severi."

Visto da Varsavia

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Un passatempo per ricchi

Secondo Rzeczpospolita, la strategia Eu 2020 punta decisamente ad aumentare i benefici per i paesi più ricchi. Il governo polacco, preoccupato che la nuova strategia comunitaria si occupi eccessivamente di aspetti ecologici e sociali dimenticando la crescita economica e l'aumento dei posti di lavoro, si sta impegnando nella creazione di un'asse di opposizione con la neoammessa Slovacchia, la Repubblica Ceca e gli stati baltici. "La linea verde dell'economia si sta concentrando sulla creazione di incentivi e nuove regolamentazioni. Sfortunatamente, niente di tutto ciò può portare ad una reale crescita economica", sostiene Daniel Gros del Centre for European Policy Studies di Bruxelles. Alcuni esperti sottolineano anche che un approccio di questo tipo tralascia il ruolo fondamentale dei fondi europei nell'appianare il gap economico tra gli stati membri, e lo stesso si può dire per le disposizioni sull'energia riguardanti la sicurezza e la creazione di nuove strutture. "Eu 2020 sembra scritto da un ricco lussemburghese che non sa come spendere i suoi soldi, o da un annoiato burocrate svizzero", ironizza il quotidiano polacco.

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