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Dalle bombe alle stecche

Sei anni dopo essere stato il primo paese europeo a vietare il fumo in locali e ristoranti, l'Irlanda è oggi al centro di un commercio illegale di sigarette su scala continentale. Inchiesta sul ruolo di ex membri dell'Ira e trafficanti di droga nel nuovo business. 

Pubblicato il 4 Marzo 2010 alle 15:32
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A novembre una task force di agenti della Garda [polizia] e delle dogane irlandesi ha compiuto un raid contro alcuni contrabbandieri di sigarette. Quello che hanno trovato andava ben oltre le loro aspettative. Anziché i soliti cartoni di sigarette - false o originali importate illegalmente senza pagare le tasse doganali - gli agenti si sono trovati davanti alle prove di un traffico molto più sofisticato del solito. In un camion parcheggiato in un cortile vicino Carrickmacross, nella contea di Monaghan, era nascosta una quantità di tabacco, cartine, filtri e altro materiale sufficiente a produrre 12 milioni di sigarette.

"Era tutto destinato alla produzione di pacchetti di sigarette contraffatte in qualche impianto lungo il confine" racconta una fonte ben introdotta. Il bottino, valutato 5 milioni di euro e proveniente da un porto danese, è arrivato con un traghetto turistico. Gli ufficiali della dogana hanno esaminato il container ai raggi X e hanno scoperto che non si trattava delle manifatture cartacee dichiarate nei documenti di spedizione. L'autista del camion è stato interrogato e successivamente rilasciato senza che sia stato possibile risalire alla banda a capo dell'operazione. Un carico imponente è stato intercettato prima che arrivasse in commercio, ma nessuno è stato arrestato. Il contrabbando di sigarette sta attraversando una crescita incontenibile. L'anno scorso è costato 400 milioni di euro al tesoro irlandese, in tasse e contributi evasi.

Il crollo della cocaina

Gli ufficiali più anziani della Garda ricordano come durante il conflitto nordirlandese il contrabbando di sigarette era appannaggio dell'Ira, il gruppo armato indipendentista repubblicano. I proventi, insieme a quelli del contrabbando di carburante, andavano al "movimento". "A quel tempo non si occupavano solo di reclutare attivisti qui e in Gran Bretagna – racconta una fonte interna alla polizia – ma dovevano anche trovare il denaro necessario a mantenere i combattenti, i detenuti, le famiglie e così via". Chi si sta occupando del problema sostiene che dopo lo sciogliemento dell'Ira gli ex membri abbiano continuato ad occuparsi del traffico di sigarette insieme ai criminali con cui lavoravano, tenendo per sé tutti i proventi. I vecchi componenti dell'Ira, gli attuali membri della Real Ira e i "criminali ordinari" sembrano aver messo in piedi una impressionante rete di contatti a livello internazionale, attiva dagli Stati Uniti all'Asia attraverso l'Europa dell'Est, che utilizzano per il contrabbando massiccio di sigarette. Centoventi milioni di sigarette in partenza per le Filippine, per un valore complessivo di 50 milioni di euro, sono state sequestrate a ottobre nel porto di Greenore.

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Diversi elementi della malavita in crisi di guadagni, principalmente a causa del calo della domanda di cocaina, stanno virando sul contrabbando di sigarette. Il processo di abbandono della droga per le sigarette è ancora in fase embrionale. Una fonte fa notare che per generare un profitto consistente i contrabbandieri hanno bisogno di importare e rivendere un numero costante e molto elevato di sigarette. "Un pacchetto da 20 viene venduto a 4 euro in strada e costa 50 centesimi all'estero. Ma in America latina puoi comprare un chilo di coca per 800 euro all'ingrosso, che portato in Irlanda vale 70mila euro. Un profitto irraggiungibile per le sigarette". Un altro responsabile, però, offre un punto di vista diverso: "la crisi economica significa che quelli che vanno nei night club a farsi di cocaina non hanno più gli stessi soldi di prima. Per questo il commercio di droga è in picchiata. Con le sigarette è il contrario. Le sigarette di contrabbando costano la metà di quelle vendute legalmente nei negozi, quindi in tempi di crisi la domanda sarà sempre più alta." (as)

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