La vita dopo Facebook

Il paese baltico è uno dei più connessi d’Europa, ma la maggior parte dei suoi abitanti non ha un account sul social network. Lo stress e la mancanza di privacy spingono sempre più utenti a uscirne.

Pubblicato il 28 Maggio 2012 alle 10:46

Qualche tempo fa Alar Sikk, l’alpinista estone famoso per aver conquistato l’Everest, chiacchierava con il suo amico Vakur Kersna, noto personaggio della televisione estone, della sua spedizione sul monte Kazbek in Georgia. Sikk ha rivelato che un buon numero di partecipanti alla spedizione ha abbandonato all’ultimo momento, dopo essere venuto a sapere che sarebbe durata nove giorni. L’idea di passare così tanto tempo senza essere connessi a Facebook risultava davvero insopportabile.

I fan del social network sarebbero sicuramente molto felici di leggere questa notizia, che dimostra che il chiasso provocato dal recente ingresso in Borsa di Facebook è più che giustificato. Che una vita senza Facebook è impossibile.

Lo scrittore estone Andrus Kivirähk fino a questo momento non ha sentito alcun bisogno di aprire un account su Facebook e non gli interessa che la maggior parte dei suoi amici – per non parlare dei suoi figli – l’abbia già fatto. “Non avrei il coraggio di comunicare così tanto su Internet”, ha ammesso Kivirähk. “Già così sono accessibile a tutti col cellulare e a vari indirizzi di posta elettronica”.

Oltre tutto, aggiunge, non ha alcuna voglia di sapere che cosa mangino a pranzo Tizio e Caio. Altra cosa che non vorrebbe mai è che i suoi amici si ricordassero la data del suo compleanno solo grazie a Facebook: “Preferisco che un amico mi chiami direttamente o mi mandi un messaggio: è molto più intimo e affettuoso”.

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Malgrado il clamore mediatico su Facebook, chi non ha un account su questo social network non ha motivo di sentirsi escluso o in minoranza. Anzi: rappresenta la maggioranza. La pagina delle statistiche di Facebook mostra che l’Estonia ha 460mila utenti (su 1,3 milioni di abitanti), ovvero un terzo della popolazione. Il dato è eccessivo, perché ci sono vari account intestati a uno stesso utente.

Il presentatore televisivo Vahur Kersna non si è proprio posto il problema di mettere il proprio nome e la propria identità su Facebook: “Non voglio essere sempre accessibile a chiunque. Chi vuole mettersi in contatto con me e ha voglia di parlarmi può farlo a telefono o di persona”. Riconosce che nel suo rifiuto ad aderire al social network c’è anche un po’ di cocciuto conservatorismo.

A dire il vero, il cinquantenne Kersna dal punto di vista statistico non sarebbe nemmeno considerato un potenziale utente: oltre i due terzi di coloro che hanno un account su Facebook in Estonia hanno meno di 34 anni. Kivirähk racconta che “i miei figli trovano strano che ci siano adulti su Facebook”.

“Resto sempre sbalordita dalla quantità di tempo che la gente dedica ai social network”, dice Reet Hääl, direttrice generale dell’Unione delle associazioni dei finanziatori estoni. “Mi chiedo per quale motivo vogliano condividere la loro vita con tutti quanti”. Hääl non vuole assolutamente che si sappia tutto su di lei e non la interessa partecipare a conversazioni su argomenti che non meritano affatto di essere discussi. Non ha bisogno del “mi piace” dei suoi amici: “Non sono un biglietto da cento dollari, che ‘piace’ a tutti!”.

Basta spam

Secondo le statistiche di Facebook negli ultimi tre mesi in Estonia l’espansione del social network si è arrestata. Ci sono anche molti estoni che hanno chiuso i loro account. Toomas Pindis, alto funzionario della polizia e della guardia di frontiera, ha deciso di abbandonare Facebook perché il social network stava iniziando ad apparirgli un luogo troppo stretto, e per di più poco rassicurante.

Tutti gli inviti a unirsi al social network, le pubblicità, l’obbligo di connettersi a qualsiasi ora del giorno e della notte, i virus, lo spam contribuiscono alla decisione di chiudere gli account. “Non ho proprio il tempo di scrivere e non ho il diritto di farlo sul posto di lavoro. Il mio mestiere mi impone di essere preciso e questo significa tenermi alla larga da Facebook”, ha aggiunto.

Benché l’Estonia si presenti come un “e-goverment”, un buon numero di ministri – e tra di loro il primo ministro Andrus Ansip, il ministro delle finanze Jürgen Ligi o il ministro della difesa Urmas Reinsalu, non possiedono un account Facebook.

L’idea di creare una pagina per il primo ministro è stata presa in considerazione, ma, secondo la consigliera addetta alle comunicazioni del governo, Ansip preferisce altri mezzi per comunicare con i cittadini.

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