La cattedrale di Wawel a Cracovia, antica capitale della Polonia, è il luogo dove per tradizione riposano le spoglie dei re, degli eroi nazionali e dei santi. Da quando l'arcivescovo Stanislaw Dziwisz ha annunciato che il presidente Lech Kaczynski sarà sepolto insieme alla moglie Maria in quello che è l'equivalente dell'abbazia di Westminister a Londra o del Panthéon a Parigi, l'inchiostro a cominciato a scorrere come un fiume in piena. La prima voce a farsi sentire è stata quella di Andrzej Wajda, regista di un documentario sul massacro di Katyn, dove il presidente defunto si stava recando il giorno dello schianto. In una lettera pubblicata da Gazeta Wyborcza, Wajda ha definito Lech Kaczynski "un uomo buono e modesto", aggiungendo che "Wawel non è sicuramente il posto adatto a lui". Le parole del regista hanno innescato una controversia che non si risolverà nemmeno dopo fine della cerimonia.
Come Pilusdski?
Il dibattito non si limita ai media. Negli ultimi giorni folti gruppi di sostenitori ed oppositori della decisione dell'arcivescovo, che la liberale Gazeta Wyborcza ha definito "avventata ed emotiva", si sono confrontati per le strade di Cracovia e Varsavia. Gli oppositori sostengono che l'apporto di Kaczynski alla storia della Polonia non può essere comparato con le gesta degli antichi re o del maresciallo Piłsudski, padre dell'indipendenza polacca nel 1918 e sepolto anche lui a Wawel. Su Rzeczpospolita i dubbi del sociologo Ireneusz Krzemiński: "Una morte tragica basta a trasformare un presidente in un eroe? Possiamo davvero sostenere che Kaczyński sia un nuovo Piłsudski? La sua importanza è davvero paragonabile a quella del vincitore di una delle battaglie più importanti della storia polacca ed europea (quella di Varsavia contro l'Unione Sovietica nel 1920)?"
Lo stesso quotidiano pubblica la risposta dell'opinionista Robert Mazurek: "Il centro della questione non è l'uomo, ma il simbolo. Come si fa a non capire il significato simbolico della sepoltura?". Mazurek enfatizza il ruolo di Kaczyński come primo presidente della generazione di Solidarność, sperando che il funerale di Wawel possa essere anche un "tributo" a quel movimento.
Una tradizione di controversie
Dziennik Gazeta Prawna ricorda che i funerali delle figure di spicco della storia polacca sono sempre stati argomento di disputa. Il presidente Gabriel Narutowicz, assassinato da un ultranazionalista 1922, fu sepolto a Varsavia. Il premio Nobel per la letteratura Czesław Miłosz è sepolto a Cracovia, ma non a Wawel. In Polonia è una regola: "più è grande il significato politico del funerale di un personaggio importante, più cresce la controversia". "È per questo - continua Dziennik Gazeta Prawna - che nelle cripte di Wawel riposano coloro che hanno sempre sognato di esservi sepolti, ma anche coloro che non ci hanno mai pensato e probabilmente non lo avrebbero mai voluto."
A questo punto bisognerebbe chiedersi se Kaczyński avrebbe desiderato o no essere sepolto a Wawel. Secondo lo storico Antoni Dudek, citato da Dziennik Gazeta Prawna, sia i sostenitori che gli oppositori hanno agito in modo avventato. Sarebbe stato meglio posporre la decisione, aspettando gli anni necessari a raggiungere una posizione "chiara e comune" sulla figura storica del presidente. Secondo Dudek "entrambi gli schieramenti hanno commesso un grosso errore. E nonostante tutto continuiamo ad accapigliarci. Ma come potremmo fare altrimenti? Dopo tutto, la Cattedrale di Wawel è il nostro pantheon nazionale". (as)