"Nel martedì nero dei mercati si consuma una partita di poker mortale", scrive Massimo Giannini su Repubblica: quella tra l'Unione europea e il suo principale giocatore, la Germania, da una parte, e gli speculatori dall'altra. La posta in gioco non è solo la Grecia, che con l'ulteriore abbassamento del suo rating è ormai sull'orlo del baratro, ma la sopravvivenza dell'euro.
I grandi speculatori stanno infatti scommettendo contro la moneta unica, e hanno già nel mirino la prossima vittima, il Portogallo. I grandi paesi, Germania in testa, fingono di non capire per non dover affrontare le proprie responsabilità, e alimentano così l'immagine di un'Europa divisa e incapace di reagire all'attacco dei mercati: "L'asse franco-tedesco che ha guidato l'Europa nei momenti cruciali è crollato. Lo spirito di Maastricht unì a suo tempo Kohl e Mitterrand, mentre oggi divide la Merkel dal resto del Continente".
L'unica soluzione è "agire con una sola testa e un solo braccio". Se invece "Eurolandia non è in grado di darsi regole uguali e condivise per la disciplina dei conti pubblici, la stabilità dei prezzi, la competitività dell'economia, allora l'euro alla lunga non può reggere."
Opinione
Le agenzie di rating contro la Bce
"Ancora una volta le agenzie di rating gettano benzina sul fuoco", scrive Jean Quatremer sul suo blog Coulisses de Bruxelles. Quatremer è convinto che società come Standard&Poor's, Fitch o Moody's mirino in realtà a minacciare l'indipendenza della Banca centrale europea. "La Bce concede prestiti alle banche commerciali solo in cambio di titoli certificati almeno con BBB-". Adesso che i rating vengono ulteriormente abbassati le banche si sbarazzeranno dei titoli greci aggravando ulteriormente la crisi. Secondo Quatremer "è necessario che la Bce reagisca e dichiari che non esigerà più un rating minimo per i bond statali, almeno quelli dei paesi dell'eurozona. Altrimenti dovrà accettare di lasciarsi dettare la politica monetaria da elementi terzi come le agenzie di rating anglosassoni".