"Rilancio di 160 miliardi."

Il poker degli speculatori

Governi e mercati si affrontano in una partita mortale. In palio c'è il futuro dell'euro, che rischia di crollare sotto i colpi della speculazione. E la strategia egoistica della Germania rende tutto più difficile.

Pubblicato il 28 Aprile 2010 alle 14:19
"Rilancio di 160 miliardi."

"Nel martedì nero dei mercati si consuma una partita di poker mortale", scrive Massimo Giannini su Repubblica: quella tra l'Unione europea e il suo principale giocatore, la Germania, da una parte, e gli speculatori dall'altra. La posta in gioco non è solo la Grecia, che con l'ulteriore abbassamento del suo rating è ormai sull'orlo del baratro, ma la sopravvivenza dell'euro.

I grandi speculatori stanno infatti scommettendo contro la moneta unica, e hanno già nel mirino la prossima vittima, il Portogallo. I grandi paesi, Germania in testa, fingono di non capire per non dover affrontare le proprie responsabilità, e alimentano così l'immagine di un'Europa divisa e incapace di reagire all'attacco dei mercati: "L'asse franco-tedesco che ha guidato l'Europa nei momenti cruciali è crollato. Lo spirito di Maastricht unì a suo tempo Kohl e Mitterrand, mentre oggi divide la Merkel dal resto del Continente".

L'unica soluzione è "agire con una sola testa e un solo braccio". Se invece "Eurolandia non è in grado di darsi regole uguali e condivise per la disciplina dei conti pubblici, la stabilità dei prezzi, la competitività dell'economia, allora l'euro alla lunga non può reggere."

Opinione

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Le agenzie di rating contro la Bce

"Ancora una volta le agenzie di rating gettano benzina sul fuoco", scrive Jean Quatremer sul suo blog Coulisses de Bruxelles. Quatremer è convinto che società come Standard&Poor's, Fitch o Moody's mirino in realtà a minacciare l'indipendenza della Banca centrale europea. "La Bce concede prestiti alle banche commerciali solo in cambio di titoli certificati almeno con BBB-". Adesso che i rating vengono ulteriormente abbassati le banche si sbarazzeranno dei titoli greci aggravando ulteriormente la crisi. Secondo Quatremer "è necessario che la Bce reagisca e dichiari che non esigerà più un rating minimo per i bond statali, almeno quelli dei paesi dell'eurozona. Altrimenti dovrà accettare di lasciarsi dettare la politica monetaria da elementi terzi come le agenzie di rating anglosassoni".

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