Il porto di Malmö

Il malanimo di Malmö

Da qualche mese un uomo armato semina la paura per le strade della città. Un altro pretesto per criticare il posto più odiato dall'estrema destra svedese, che esagera i problemi dell'integrazione ignorando i tanti aspetti positivi. 

Pubblicato il 5 Novembre 2010 alle 13:58
Olof Werngren  | Il porto di Malmö

Le informazioni arrivate quest'anno da Malmö sono molto confuse. Ormai da tempo la città ha si è fatta l'immagine di un posto dove si fa spesso ricorso alle armi, facendo pensare a una degenerazione della delinquenza tra immigrati e bande criminali.

Ed ecco che spunta la figura di un killer razzista che imita il "laserman di Stoccolma" [celebre all'inizio degli anni novanta]. All'improvviso gli immigrati da colpevoli sono diventati vittime. Ma ormai il male è fatto: l'impressione è quella di una città che incarna il fallimento dell'integrazione degli immigrati.

Sempre più spesso Malmö è descritta come un'estranea nel paradiso svedese. Eppure in passato la città era un centro della modernità, un punto di riferimento per diverse generazioni di architetti del modello svedese: il ponte sull'Øresund, il grattacielo "Turning Torso", la città era un cantiere permanente.

Poi nel marzo 2007 Steve Harrigan di Fox News ha inviato negli Stati Uniti un reportage che cominciava così: "Le autorità svedesi hanno molto da fare a Malmö, dove è esplosa l'immigrazione musulmana [...]. Gli immigrati sono arrabbiati e criticano il paese che li ha accolti [...]. Un quarto degli abitanti della città è musulmano". Con il tipico tono della televisione statunitense, il reportage descriveva un'Europa vittima dell'islamizzazione. "Londonistan" o "Amburghistan" sono termini usati per evocare l'idea di un'Europa che serve da asilo ai terroristi che pianificano attentati contro gli Stati Uniti.

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Il reportage di Fox News ha dato il via a una vera e propria frenesia mediatica sulla città di Malmö. Tutti dovevano andare nel quartiere di Rosengård per filmare la rivolta dei giovani e l'emarginazione. Poi i Democratici svedesi [estrema destra] hanno ottenuto diversi successi elettorali [entrando in parlamento alle elezioni di settembre]. E oggi, con l'arrivo di un nuovo "laserman", la situazione è esplosa.

"Sono successe talmente tante cose a Malmö in questi ultimi dieci anni, molte delle quali positive", osserva Mikael Stigendal, sociologo all'università di Malmö che studia la città da più di venti anni. Rispetto alle altre città visitate e studiate da Stigendal, fra cui Copenaghen e Liverpool, Malmö si difende bene. Il professore, come tutte le altre persone che ho incontrato, riconosce l'esistenza di problemi gravi come la povertà infantile endemica (un terzo dei bambini di Malmö cresce nella povertà, rispetto al 5 per cento dell'intero territorio svedese) e gli scarsi risultati scolastici (l'anno scorso quasi il 25 per cento degli studenti uscito dalla scuola media non aveva il livello richiesto per entrare al liceo, rispetto al 10-11 per cento su scala nazionale).

Ma quando una cosa va veramente male a Malmö, il più delle volte le istituzioni sono capaci di risolvere il problema. Stigendal cita l'esempio della società immobiliare municipale Mkb [il più grande proprietario di abitazioni in affitto di Malmö], la cui missione è quella di mettere in regola gli "appartamento dell'orrore" che erano stati mostrati dai media qualche anno fa.

"La gente ama le distopie"

I commenti negativi sulla città hanno suscitato numerose reazioni, in particolare presso la redazione del Sydsvenskan. Negli ultimi tempi il cronista Per Svensson e Rakel Chukri, responsabile delle pagine culturali, si sono sforzati di mettere in evidenza i successi ottenuti dalla città negli ultimi decenni: vittima della crisi industriale, segnata da un'assenza totale di fiducia in sé stessa, Malmö è emersa dalle nebbie provinciali per diventare una città cosmopolita, un centro dell'apertura multiculturale sull'Europa e sul mondo.

Dal tredicesimo piano della sede del Sydsvenskan si vede tutta Malmö, compresi i grandi dock usciti dalle tenebre e dal declino per trasformarsi in un divertente disordine in cui l'università, i nuovi alloggi e le imprese fiancheggiano i giganteschi mercantili provenienti da tutto il mondo. Colpisce vedere quanto tutto è mescolato, l'architettura, gli uomini, le atmosfere. Le frontiere fra gli spazi diversi stanno scomparendo. Al contrario, Stoccolma e Göteborg hanno costruito delle bolle, con una forte separazione tra gli uomini e le sfere.

Esiste un odio nei confronti di Malmö, e se sì, da dove viene? "Ho dei colleghi a Stoccolma che sono convinti che sia pericoloso passeggiare in città, che la gente ti prenda a sassate", racconta Rakel Chukri alzando gli occhi al cielo. "La gente ha una fissazione su Malmö. Nessuno si è chiesto che cosa non andava a Stoccolma quando imperversava 'laserman'. All'epoca tutti parlavano semplicemente della 'Svezia'. "La gente ama le distopie", osserva Per Svensson. "E in un certo senso Malmö è diventata la città distopica dell'estrema destra".

Quando un pazzo solitario in bicicletta si è messo a sparare sulla gente, dall'oggi al domani centinaia di migliaia di abitanti di Malmö sono stati duramente criticati dai media. Ma prima o poi qualcuno comincerà a porre le domande giuste. Che cosa pensare del servizio pubblico psichiatrico? Che cosa pensare degli appelli della polizia a un irrigidimento della legislazione sulle armi e a un aumento dei mezzi a disposizione? Che cosa pensare delle evidenti necessità della scuola? Solo allora la vergogna riprenderà la strada del nord, verso quello stesso governo che ha ritenuto giusto inviare a Malmö l'accondiscendente ministro dell'integrazione, Erik Ullenhag. (traduzione di Andrea De Ritis)

Ultim'ora: il 7 novembre la polizia di Malmö ha annunciato di aver arrestato uno svedese di 38 anni, sospettato di aver ucciso un uomo e di averne feriti altri sette.

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