Manifestazione contro il governo a Sofia, 13 luglio

L’Ue deve raddrizzare Sofia

Le istituzioni bulgare sono in mano alle oligarchie criminali e alla nomenclatura ex comunista. L'Unione europea dovrà giocare di fino per intervenire senza macchiarsi di ingerenza.

Pubblicato il 25 Luglio 2013 alle 15:27
Manifestazione contro il governo a Sofia, 13 luglio

Quasi un migliaio di manifestanti si sono riuniti la settimana scorsa davanti all’ambasciata tedesca di Sofia. Il raduno si è svolto ancora una volta nel clima pacifico che caratterizzava le manifestazioni quotidiane contro il governo bulgaro, fino alla radicalizzazione del movimento nella notte del 24 luglio: per ringraziare l’ambasciatore tedesco i manifestanti hanno ricostruito la caduta del Muro di Berlino. Con l’ambasciatore di Francia, egli aveva firmato un articolo pubblicato su uno dei principali giornali bulgari nel quale i due diplomatici avevano apertamente comunicato le loro simpatie per i manifestanti scesi per strada a migliaia tutte le sere a Sofia contro il governo “mafioso”.

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Unione europea

Sanzioni per difendere i diritti

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E se l’Ue stesse preparando “un gesto eclatante per convincere i cittadini europei che serve davvero a qualcosa e che può difendere i suoi principi e agire quando e necessario?”, si domanda Adevărul. Secondo il corrispondente a Bruxelles del quotidiano rumeno un documento recentemente inviato Collegio dei commissari (organismo interno della Commissione europea) avanza l’idea che l’Ue, “al di là dei problemi economici, debba occuparsi di più di quanto i governi applicano le regole dello stato di diritto e assicurano il rispetto dei diritti fondamentali”. 
Secondo Adevărul l’Unione potrebbe arrivare, “in caso di inadempienza da parte di uno stato, ad applicare il meccanismo previsto dall’articolo 7 del trattato di Lisbona”, privando temporaneamente lo stato in questione di alcuni diritti. 
Il dibattito apre “una prospettiva molto interessante per il prossimo autunno, quando comincerà la battaglia per le elezioni europee del maggio 2014”, sottolinea Adevărul: 

Stabilire chiaramente quali sanzioni si trovano tra la procedura d’infrazione e l’articolo 7 non è soltanto un argomento politico potenzialmente esplosivo, […] ma anche un messaggio forte che potrà aumentare la credibilità delle istituzioni europee. In gioco c’è la vita del progetto europeo.

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