Politica di vicinato: sembra una cosa sensata e quasi divertente. Ma con questa formula Bruxelles cerca di coprire il suo contraddittorio atteggiamento verso i paesi limitrofi: un tempo si definivano senza cerimonie il “cortile d'Europa”, oggi sono diventati dei “partner”.
[…] **Questo articolo è stato ritirato su richiesta del titolare del copyright.** (traduzione di Andrea Sparacino)
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Una nuova era o solo un’illusione?
"Chi è il prossimo?", si chiede Libération accanto a una galleria di ritratti di leader arabi alquanto preoccupati. All'indomani della rivoluzione tunisina, sono in molti a prevedere "la fine dei bei tempi delle dittature. Gli stati arabi stanno per precipitare nell'anarchia. E se i cambi di regime possono spianare la strada alla democrazia, possono anche essere sfruttati da partiti islamisti che godono d un forte sostegno popolare", scrive il quotidiano di Parigi. Ma "il movimento tunisino ha dimostrato che gli appelli alla democrazia non restano inascoltati [...]. Un fatto di cui i diplomatici occidentali che tradiscono i propri principi per sostenere i potenti dovrebbero tenere conto".
Sull'Independent Robert Fisk scrive che "la cruda verità sulla Tunisia" è che i giovani rivoluzionari che si sono uniti grazie a internet potrebbero vedere frustrata la propria voglia di democrazia: "il governo di 'unità' sarà formato da Mohammed Gannouchi, satrapo di Ben Ali per oltre vent'anni, un esecutore fidato che anteporrà i nostri interessi a quelli del suo popolo".