Idee Presidenza dell’Ue

Matteo Renzi, l’anti Merkel?

Per il premier italiano l’Ue ha “il volto della stanchezza e della rassegnazione”. Propone quindi un cambio di rotta urgente durante la sua presidenza dell’Ue. Ma è possibile?

Pubblicato il 11 Luglio 2014 alle 14:26

Carismatico, energico, Matteo Renzi, il più giovane presidente del Consiglio della storia d’Italia (39 anni) vuole cambiare il suo paese e rimetterlo al tavolo delle grandi decisioni europee. Dopo anni di scandali, di corruzione e di miseria morale, vuole portare una ventata d’aria fresca. Così sembra voler dimostrare il suo discorso spumeggiante di inizio luglio, durante la sessione plenaria del parlamento europeo.

Durante sei mesi l’Italia avrà la presidenza di turno dell’Unione e Renzi vuole cogliere questa opportunità. Le istituzioni europee sono in piena transizione e Renzi si è espresso come un candidato a dirigere l’Ue. Perché il suo discorso è stato importante?

Nell’Unione due importanti correnti di pensiero si sono finora distinte: quella dell’austerity, imposta dalla Germania, e quella euroscettica. Nessun altro politico è stato chiaro quanto Renzi: "abbiamo firmato insieme il patto di stabilità e crescita. Non solo di stabilità. [...] Se oggi l’Europa facesse un selfie che immagine verrebbe fuori? Emergerebbe il volto della stanchezza e della rassegnazione. L’Europa oggi mostrerebbe il volto della noia".

Ma Renzi ha messo l’asticella troppo in alto: vuole essere un anti Merkel. E vede nella presidenza del consiglio dell’Ue l’opportunità di cambiare il corso dell’austerity. Da tempo i partiti politici italiani hanno attribuito la disoccupazione e la recessione al risanamento economico imposto da un’Unione europea agli ordini dei tedeschi.

Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta
[video:4792803]

Renzi ha lanciato una sfida ai “padri e profeti dell’austerity”, chiedendo al presidente incaricato della commissione europea Jean-Claude Juncker di dedicare maggior risorse agli investimenti pubblici: “L'Europa non può essere solo la terra di mezzo della burocrazia dove si vive di cavilli, vincoli e parametri. Milioni di giovani non sono morti perché ci attaccassimo ai parametri”.

L’Italia soffre del suo debito pubblico, che ha raggiunto il 135 per cento del Pil. Il calcolo è semplice: Renzi vuole guadagnare tempo e ritiene che, visto che in Europa non è tornata la crescita, un po’ di flessibilità forse non farebbe male.

È come assistere a un tiro incrociato di parole tra il nord e il sud dell’Europa: i tedeschi insistono perché il deficit di bilancio non venga superato. Renzi ha promesso, al contrario, riforme strutturali in Italia. E ha accusato il governatore della Bundesbank Jens Weidmann di ingerenza politica. Secondo il capo del governo italiano, “la Bundesbank non deve prendere parte ai dibattiti politici lanciati dall’Italia. L’Europa appartiene ai suoi cittadini, non ai banchieri!”.

Nel coro diretto dagli italiani ci sono anche i francesi, gli spagnoli, i portoghesi e i greci. Tutti ritengono che la ricetta per il successo sono gli investimenti, la crescita del debito pubblico e non nell’austerity. Renzi sa quali carte ha in mano: l’Italia è la terza economia della zona euro; non verrà sicuramente lasciata fallire e, se il suo piano dovesse fallire, il colpevole è noto — la testarda Angela Merkel.

Contrappunto

Il premier sbaglia tattica

Secondo Linkiesta, “la Germania non sembra disponibile a concedere una flessibilità superiore a quella che è già implicita nella riforma del Patto di Stabilità e Crescita”. Il sito di attualità ritiene infatti che

la strategia attuale del governo italiano di fare affidamento al rapporto tra leader e sottovalutare l’importanza del lavoro degli sherpa. Questo approccio verticistico può funzionare in Italia, dove la classe dirigente, politica ed economica, ha fallito e perso credibilità. Ma in paesi di successo, come la Germania, la tecnocrazia è rispettata ed è illusorio pensare che un leader politico possa scavalcarla. Così come è illusorio pensare che le opinioni di Manfred Weber (il capogruppo tedesco del Ppe che ha replicato al discorso di Renzi) non contino e basti un accordo verbale con la signora Merkel.
Il rischio di un simile atteggiamento è che i partner dell’Italia la spingano a compiere le stesse riforme strutturali che la Germania ha adottato all’inizio degli anni 2000 in cambio di una maggiore flessibilità dei criteri di convergenza della moneta unica.

Tags
Ti è piaciuto questo articolo? Noi siamo molto felici. È a disposizione di tutti i nostri lettori, poiché riteniamo che il diritto a un’informazione libera e indipendente sia essenziale per la democrazia. Tuttavia, questo diritto non è garantito per sempre e l’indipendenza ha il suo prezzo. Abbiamo bisogno del tuo supporto per continuare a pubblicare le nostre notizie indipendenti e multilingue per tutti gli europei. Scopri le nostre offerte di abbonamento e i loro vantaggi esclusivi e diventa subito membro della nostra community!

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni il giornalismo europeo indipendente

La democrazia europea ha bisogno di una stampa indipendente. Voxeurop ha bisogno di te. Abbònati!

Sullo stesso argomento