Timo Soini, il vero finlandese

A due mesi dalle elezioni, il leader populista, xenofobo ed euroscettico vola nei sondaggi. Grazie alla sua capacità di comunicazione è riuscito a sfruttare la crisi della democrazia finlandese per assemblare un eterogeneo seguito di elettori delusi.

Pubblicato il 10 Marzo 2011 alle 15:28

Chiunque incontri Timo Soini non può non riconoscere la sua simpatia: è divertente, piacevole e ironico. Non dà l'impressione di essere velleitario o stupido, conosce bene le questioni importanti e di solito risponde senza giri di parole alle domande. Ma è anche un populista dichiarato, un politico che sfrutta il malcontento e fornisce risposte semplicistiche a domande complesse.

Soini è il leader dei Veri finlandesi, un partito che fino a qualche anno fa era ai margini della scena politica. In occasione delle elezioni politiche del 2007 aveva ottenuto un modesto 4,1 per cento. Ma negli ultimi sondaggi il partito è cresciuto fino al 17 per cento, una crescita che ha lasciato interdetti i dirigenti del paese. I Veri finlandesi sono ormai al livello dei tre principali partiti del paese, il Kokoomus [Partito di coalizione nazionale], il Partito di centro e il Partito socialdemocratico. Oggi, a due mesi dalle elezioni politiche, il partito di Soini è all'incirca alla pari con i socialdemocratici (17,3 per cento). Si tratta della più forte progressione di un partito politico finlandese degli ultimi decenni.

La popolarità di Soini è prima di tutto una conseguenza della crisi della democrazia finlandese. Per anni, dopo ogni elezione, la formazione del governo ha dato luogo ad animate discussioni fra i primi tre partiti del paese, creando un senso di crescente impotenza e frustrazione fra gli elettori. In Finlandia il tasso di partecipazione elettorale è più basso che negli altri paesi nordici: alle elezioni politiche del 2007 era stato del 67,9 per cento, mentre quello delle ultime elezioni svedesi ha raggiunto l'84,6 per cento.

Il sostegno di cui gode Soini deve essere valutato con prudenza. Ma tutto fa credere che il suo partito otterrà almeno il 10 per cento alle legislative. Questo gli permetterebbe di diventare il quarto partito della Finlandia, e in tal caso sarebbe difficile tenerlo fuori dal governo. Soini ha già affermato che la sua formazione vorrà almeno due ministeri, e che lui ambisce al portafoglio dell'Industria.

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Qui si vede la grande differenza fra la classe politica svedese e quella finlandese. In Svezia sono pochi i politici disposti a collaborare, anche da lontano, con gli ultraconservatori Democratici di Svezia. In Finlandia invece i Veri finlandesi sono visti come un'alternativa perfettamente credibile, poiché non hanno un passato neonazista. Il partito infatti è frutto dell'iniziativa di Soini, le cui radici politiche vanno ricercate nel Partito rurale di Finlandia, un partito populista degli anni settanta diretto dal leggendario Veikko Vennamo, talentuoso oratore le cui frasi sono rimaste negli annali della politica finlandese, in particolare "kyllä kansa tietää" ["il popolo sa"].

È in questa tradizione che si iscrive Soini, che ha saputo crearsi un'immagine di difensore della gente semplice contro il potere costituito. I suoi cavalli di battaglia sono l'uscita del paese dall'Unione europea e il contenimento dell'immigrazione. Soini pensa inoltre che la Finlandia dovrebbe ritirarsi dal Protocollo di Kyoto e che la chiesa non dovrebbe accettare il matrimonio omosessuale.

Beniamino dei media

Soini fa molta attenzione a distinguersi dai razzisti; fa spesso riferimento alla sua fede cattolica (si è convertito quando era studente, negli anni ottanta) per rafforzare la sua convinzione secondo cui tutti gli uomini sono uguali. I suoi critici osservano che la sua demagogia piace all'elettorato xenofobo e che lascia volutamente credere a questi elettori che rappresenta i loro valori. In realtà il successo di Soini non è legato all'immigrazione, ma soprattutto al fatto che è riuscito ad attirare strati sempre più larghi dell'elettorato che si erano allontanati dalla politica.

Per molti politici questo fenomeno deriva dal fatto che Soini è diventato il beniamino dei media, e molti giornalisti preferiscono elogiare la sua ascesa folgorante piuttosto che metterla in discussione. La credibilità di Soini è stata però scossa durante il lancio del suo programma in materia di politica ambientale. Infatti si è scoperto che questo programma era la copia esatta di quello del Metalliliitto [sindacato della metallurgia], errori di battitura compresi. Soini ha riconosciuto l'errore ma ha continuato per la sua strada senza battere ciglio.

La soluzione per i "partiti tradizionali" potrebbe essere quella di lasciare che i Veri finlandesi entrino nel prossimo governo. L'establishment spera che seguano la sorte del Veikko Vennamo, che non è riuscito a tenere fede alle sue promesse elettorali ed è andato incontro a una cocente sconfitta alle elezioni successive. Ma questa rimane per il momento solo un'ipotesi, e i grandi partiti hanno i nervi a fior di pelle. (traduzione di Andrea De Ritis)

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