La nuova casa comune

L'accordo discusso al Consiglio europeo prevede una profonda modifica dell'edificio dell'Unione. Per renderlo più solido, però, i suoi architetti hanno dovuto sacrificare la varietà.

Pubblicato il 25 Marzo 2011 alle 15:52

Il patto per l'euro, di cui discutono in questi giorni i Ventisette a Bruxelles, prevede una profonda ristrutturazione della "casa economica europea". Per renderla resistente alle intemperie, i principali artefici del progetto, Francia e Germania, puntano sulla funzionalità e la sicurezza a scapito della diversità.

L'Europa sta costruendo un nuovo ordine economico. Questo edificio dovrebbe nascere sulle stesse fondamenta, ma i materiali utilizzati dovrebbero essere più solidi. Ogni parte dell'edificio sarà simile alle altre. Il blu mediterraneo e il verde delle isole scompare dalle stanze, e tutti gli appartamenti avranno lo stesso colore.

La sicurezza dell'edificio sarà rafforzata. I custodi faranno attenzione che nessuno faccia rumore. Faranno visita agli inquilini e controlleranno che non consumino prodotti troppo cari o che non comprino a credito, quanto tempo lavorano e se fanno un riposino il pomeriggio. Verificheranno con attenzione le fatture di tutti e verificheranno che non vi siano irregolarità contabili.

La prospettiva di vivere in questa casa comune non sembrerebbe molto attraente. Eppure l'edificio è di qualità, è conosciuto e i nuovi candidati fanno la fila alla porta. A quanto pare le rifiniture uguali per tutti e il silenzio notturno non sembrano scoraggiarli. In questo nuovo palazzo infatti non si corre più il rischio di crolli. Forse saranno necessarie delle piccole riparazioni o delle ristrutturazioni, ma non si correrà il rischio di restare senza un tetto. E le assemblee di condominio, dove tutti hanno il diritto di voto, promettono di essere molto interessanti.

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Quelli che invece non sono convinti e vogliono vivere come preferiscono rimarranno nelle loro villette, ai margini del quartiere, dove l'affitto è meno alto e si ha più indipendenza. Il problema è sapere se potranno permettersi di pagare la manutenzione e le costose riparazioni in caso di imprevisti. Perché in questo caso non potranno contare sull'aiuto degli abitanti del nuovo palazzo. (traduzione di Andrea De Ritis)

Portogallo

Al prestito non si sfugge

"Il Portogallo rifiuta il salvataggio dell'Unione europea", titola La Vanguardia. "Tutte le forze politiche portoghesi hanno bocciato il prestito da 75 miliardi di euro", ma "Angela Merkel avverte che alla fine sarà inevitabile", sottolinea il quotidiano. La crisi portoghese è al centro delle discussioni al summit del 24 e 25 marzo a Bruxelles. Secondo La Vanguardia "né il governo socialista di Lisbona né l'opposizione conservatrice si sono dimostrati all'altezza della drammatica situazione economica e finanziaria" del paese. "Il debito pubblico è oltre la soglia dell'8 per cento del Pil, una cifra insostenibile che potrebbe portare il paese al fallimento". Il rifiuto del piano di austerity presentato dal primo ministro dimissionario José Sócrates "inaugura un periodo di grande incertezza" che "non farà che peggiorare le cose, e probabilmente esigerà ulteriori sacrifici". Adesso l'aiuto finanziario dell'Unione europea "non deve essere posticipato per nessuna ragione", e la decisione "dovrà essere immediata, per reagire alle pressioni dei mercati ed evitare che venga contagiato il resto dell'eurozona". La Vanguardia sottolinea con soddisfazione che i mercati hanno messo la Spagna "fuori dalla zona di contaminazione della crisi portoghese". Gli speculatori hanno interrotto i loro attacchi alla borsa spagnola, ma "il governo deve proseguire sul cammino delle riforme avviate" che hanno "sensibilmente migliorato l'immagine della Spagna".

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