La terra fotografata dall'Apollo (NASA)

La nuova era spaziale

Il mondo è alle porte di una nuova era di esplorazioni spaziali, in cui le rivalità saranno più accese di quella tra Usa e Urss negli anni sessanta. La sorpresa, scrive The Independent, è che stavolta anche gli ambientalisti sostengono la corsa allo spazio.

Pubblicato il 20 Luglio 2009 alle 16:28
La terra fotografata dall'Apollo (NASA)

In questi giorni, quarant’anni dopo il primo allunaggio, gli esseri umani in orbita sono sempre più numerosi. Nel 1969 erano in tre sul minuscolo modulo lunare Apollo 11. Il 18 luglio 2009 la stazione orbitante internazionale, grande come un palazzo di quattro piani che si muove a circa 28mila chilometri all’ora, ha ospitato l’equipaggio dello shuttle Endeavour che circumnavigherà la Terra quindici volte al giorno a un’altezza di 350 chilometri, con a bordo dodici uomini, una donna, tra cui sette americani, due russi, due canadesi, un giapponese e un belga.

Questa spedizione internazionale, che effettuerà cinque passeggiate spaziali, è un ulteriore passo verso il superamento dei confini del nostro pianeta. Ma il mese prossimo potrebbe accadere qualcosa di ancora più importante. Un gruppo di esperti discuterà con il presidente Barack Obama della possibilità di dare il via al programma spaziale di Wahington per il ventunesimo secolo che potrebbe vedere il ritorno degli americani sulla Luna, ed eventualmente sugli asteroidi prossimi alla Terra e su Marte.

La decisione del presidente potrebbe stimolare una corsa nello spazio con la Cina più spietata della rivalità con la Russia negli anni sessanta. Benché Pechino non partecipi alla Stazione spaziale internazionale, e si stia preparando a un’avventura in solitaria, ha dichiarato che intende allunare entro il 2020. Nel settembre 2008, con l’equipaggio della navicella Shenzhou 7, la Cina è diventata la terza potenza a passeggiare nello spazio. Anche la Russia, per la prima volta dopo la caduta dell'Unione sovietica, ha aumentato le proprie ambizioni spaziali. Ingegneri russi hanno trascorso 105 giorni in isolamento in un simulatore di navicella spaziale per verificare le sollecitazioni di un viaggio su Marte, distante dalla Terra 78,39 milioni di chilometri.

Il veterano dell’Apollo 11 Buzz Aldrin, il secondo uomo a mettere piede sulla Luna, ha dichiarato a Fox News che l’America potrebbe appoggiare l’esplorazione della Luna da parte di partner internazionali e mettere a disposizione le proprie navicelle “per obiettivi ancora più ambiziosi”. Quando ci sarà una base internazionale sulla Luna dotata di una stazione di rifornimento di carburante, ha dichiarato, gli Stati Uniti potranno concentrarsi sull’invio di astronauti nello spazio profondo e visitare l’asteroide Apophis al momento del suo passaggio nei pressi della Terra nel 2021. In seguito si potrebbe tentare di installare una stazione temporanea con equipaggio umano sulla luna di Marte Phobos. “Entro il 2031 saremo in grado di disporre di basi su Marte”, ha dichiarato Aldrin.

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Ma sembra che anche la Cina sia interessata alla colonizzazione del pianeta rosso. La prima sonda spaziale di Pechino, Yinghuo 1, entrerà nell’orbita di Marte nel 2010 per studiare “i cambiamenti ambientali”. India e Giappone non nascondono le proprie ambizioni e la rivalità tra aziende private è molto accesa. Il Virgin Galactic di Charles Branson e l’Xcor Aerospace, pensati per essere “carbon neutral”, ovvero pareggiare le emissioni di Co2 nell’ambiente attraverso il risparmio e l’efficienza energetica, saranno pronti per dicembre 2009 e in grado entro il 2011 di trasportare viaggiatori a pagamento.

Tuttavia, in occasione dell’anniversario della storica passeggiata di Neil Armstrong sulla Luna, la domanda è se si possano giustificare nuove avventure nello spazio di fronte agli enormi problemi del pianeta Terra, se l’entusiasmo per le esplorazioni sia compatibile con la necessità di vincere i problemi ambientali, la povertà e le malattie.

James Lovelock, l’inventore della teoria di Gaia, si è schierato con decisione a favore dell’esplorazione spaziale. “La nozione di Gaia nasce dai viaggi spaziali. Ritengo che qualunque ambientalista che si opponga ai viaggi nello spazio non abbia immaginazione. La magnifica immagine del globo terrestre, il prodotto dei viaggi spaziali, è stata probabilmente uno dei principali valori aggiunti del movimento ambientalista. Più conosciamo Marte”, dice, “meglio potremo comprendere il nostro pianeta. Le esplorazioni umane offrono ispirazione agli esseri umani. Se non fosse per i viaggi spaziali non avremmo telefoni cellulari, internet e previsioni atmosferiche.”

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Troppo smidollati per Marte

“Non conquisteremo mai il pianeta rosso”, scrive il sindaco di Londra Boris Johnson sul Daily Telegraph. “L’homo sapiens fallirà il prossimo grande obiettivo non perché manchi di tecnologia, né di risorse.” Quarant'anni dopo lo sbarco sula Luna all’umanità manca il coraggio.

Johnson esalta la strumentazione in grado di portare l’uomo sulla Luna nel 1969, con la sua “assurda fragilità”. L’enorme risultato di trasportare un essere umano su un corpo celeste un tempo ritenuto divino è stato reso possibile da tre fattori: il contributo degli ingegneri spaziali della Germania nazista, il desiderio americano di dimostrare all’Unione sovietica le potenzialità di una democrazia capitalista e infine il coraggio degli astronauti. A causa di sestanti, regoli calcolatori, “carte con cui navigare lo spazio”, e un atterraggio a pochi secondi dell’esaurimento del carburante, una missione come questa era “a tal punto rischiosa da non essere oggi possibile”, dice Johnson. “Nessun assicuratore se ne assumerebbe il rischio”. Motivi di sicurezza ne impedirebbero l’attuazione. “La tragedia della nostra epoca”, conclude, “è che l’uomo occidentale, prigioniero delle proprie regole, è cento volte più fobico e paranoico della generazione volata sulla Luna”.

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