Da quando negli anni Settanta vi si sono stabiliti gli adepti della meditazione, Glastonbury è la capitale New Age d’Europa. Di anno in anno, il Festival delle arti che vi si svolge ogni estate ha trasformato questa piccola città nel luogo della più grande festa pop a cielo aperto del mondo. Tutti gli anni, i biglietti vanno esauriti ancora prima che si conosca il programma del Festival. Glanstonbury offre anche ogni genere di altre feste in stile hippie, per esempio la settimana del Tibet, con i monaci del monastero di Tashilhunpo nelle vesti di invitati speciali.
Il paesaggio del Somerset, impregnato di leggende, è già di per sé sinonimo di misticismo. Leggenda vuole che Glastonbury sia stata fondata sull’isola di Avalon, situata al centro delle omonime paludi. La collina santa di Glastonbury Tor attrae pellegrini dall’età della pietra e nell’XI secolo in una cappella dell’abbazia oggi in rovina sarebbero stati dissotterrati i resti umani di Re Artù.
Il business della spiritualità
Oltre al turismo alimentato dai pellegrinaggi, uno dei motori economici della città sono i suoi consiglieri spirituali: ogni giorno vari guru assicurano guarigioni miracolose in numerosi centri spirituali. Se poi qualcuno dovesse ritenere insufficiente la saggezza dei vivi, potrebbe sempre rivolgersi ai veggenti che decantano le loro competenze in High Street. Si direbbe che alcuni di loro siano appena usciti dai libri di Harry Potter, per esempio la medium Emma Howe, molto nota ai telespettatori britannici, donna dal volto pallido e dagli occhi brillanti bistrati di nero che parla con una voce molto dolce.
Madre Natura è un altro motivo per il quale i visitatori affluiscono a frotte. A Glastonbury si possono trascorrere giornate intere a esplorarne i misteri e le librerie locali offrono una vasta scelta di testi specializzati, dai manuali di esoterismo a veri e propri libri di magia. I turisti inconsapevoli che bevono qualcosa in uno dei locali di Market place, nel cuore della città accanto all’abbazia, restano assai presto impressionati dal numero di denti che mancano agli hippie di una certa età: la diffusione del crack evidentemente dà parecchio filo da torcere ai dentisti del Somerset.
"Glastonbury ha due facce", spiega Dave, che ha un’occupazione estiva al Glastonbury Backpackers, un albergo che si affaccia sulla Market Place. "Qui tutti possono fare ciò che pensano sia bene fare e possono essere ciò che vogliono essere. Ma per molti di loro le droghe hanno un ruolo primario. La ketamina e soprattutto l’eroina si consumano ancora abbondantemente da queste parti. Il rovescio della medaglia è il fatto che Glastonbury attrae anche moltissime persone che in questo campo non hanno alcun autocontrollo". Dave assicura di venire qui d’estate per l’atmosfera unica che vi si respira: "Tanto per darvi un’idea di ciò che gli abitanti di Glastonbury hanno a cuore, vi posso dire che il comune aveva intenzione di mettere a disposizione di tutti, nel centro della città, wifi e internet, ma molti abitanti si sono opposti sostenendo che le onde avrebbero interferito con le loro cellule cerebrali, come nel caso dei forni a micro-onde. Così di colpo ci ritroviamo scollegati dalla rete".
Come chiamare gli spiriti
Oltre alla letteratura e alle droghe, anche gli sforzi fisici sono fonte di riflessione. Tutti i turisti percorrono il sentiero che si arrampica verso Glastonbury Tor: questa collina con il suo campanile dell’XI secolo, la Torre di St. Michel, domina da 156 metri di altitudine un paesaggio molto aspro e irregolare. Il momento migliore per apprezzare la visita a Tor è il mattino presto, all’alba, prima che i turisti la invadano arrivando a comitive intere. Alcune cornacchie aspettano sotto l’arco illuminato dal Sole nascente e si dice che quando gracchiano predicano il futuro.
L’origine esatta di Glastonbury Tor è anch’essa misteriosa, naturalmente. Potrebbe essersi formata con l’erosione a opera dell’acqua e del vento della terra che la circondava. In ogni caso, ciò che resta, tutto intorno a essa, sono paludi a perdita d’occhio, le Paludi di Avalon, dove la Dama del Lago avrebbe restituito a Re Artù la sua famosa spada. Verso le sei del mattino, un gruppo di pellegrini si dirige verso la collina. Uno di loro si mette a praticare tai chi, un altro si ferma esattamente al centro del portico, chiude gli occhi e chiama gli spiriti: "È molto facile entrare in contatto con il mondo degli spiriti" assicura questo abitante del posto, un calzolaio dagli occhiali molto alla moda. "Vengo qui tutti i giorni per chiedere loro consiglio, un piccolo segno che possa usare come filo conduttore per il mio lavoro quotidiano".