Il piazzista di Goldman Sachs

Pubblicato il 2 Novembre 2011 alle 13:02

La parentesi di Mario Draghi come “piazzista” di trucchi di bilancio per Goldman Sachs tra il 2002 e il 2005 è la “grande zona d’ombra” nella reputazione del nuovo presidente della Bce, scrive Le Monde. I francesi, si sa, non hanno mai digerito del tutto l’insediamento di un italiano al posto di Jean-Claude Trichet, e ora che la Grecia fa davvero tremare l’Europa il legame con il peccato originale di Atene pesa ancora di più. Ecco la ricostruzione del quotidiano parigino:

"Nel 1999 viene decisa la creazione della moneta unica, ma la Grecia non può aderire immediatamente. Atene è infatti lontana anni luce dai criteri rigorosissimi enunciati nel trattato di Maastricht. Per entrare nel club non può fare altro che nascondere il suo deficit.

Nel 2000 Goldman Sachs International, la filiale britannica della banca d'affari americana, vende al governo socialista di Costas Simitis uno "swap" in valuta che permette alla Grecia di proteggersi dagli effetti di cambio, trasformando in euro il debito inizialmente emesso in dollari. Lo stratagemma consente ad Atene di iscrivere il ‘nuovo’ debito in euro ed escluderlo dal bilancio facendolo momentaneamente sparire. E così Goldman Sachs intasca la sua sostanziosa commissione e alimenta una volta di più la sua reputazione di ottimo amministratore del debito sovrano.

Proprio in quel periodo, tra il 1999 e il 2000, il nome di Mario Draghi è associato strettamente a quello di Goldman Sachs. All'epoca Draghi è "vicepresidente per la Europe-Goldman Sachs International, aziende e debito pubblico". Il titolo lascia presumere che il nuovo presidente della Bce abbia contribuito all'affare tra la banca e Atene.

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Poco dopo Draghi firma un articolo insieme al Nobel per l'economia Robert C. Merton, nel quale giustifica il ricorso alle pertiche (legali) di dissimulazione del credito "per stabilizzare il reddito delle imposte ed evitare l'accumulo improvviso del debito.

Inoltre, come ricordava il New York Times il 30 ottobre citando un ex banchiere della Goldman Sachs (anonimo), Draghi viene incaricato dalla banche di vendere in tutta Europa questo tipo di prodotto finanziario 'swap' in grado di nascondere una parte del debito sovrano.

Il legame tra Draghi e Goldman Sachs risale all'epoca delle privatizzazioni italiane, all'inizio degli anni novanta, quando il nuovo presidente della Bce dirigeva il Tesoro. Goldman Sachs fa la parte del leone e supera diverse altre banche straniere, ottenendo il mandato per la cessione del gigante degli idrocarburi Eni, nel 1993."

L’ex presidente Francesco Cossiga ha poi accusato Draghi di aver favorito i suoi futuri datori di lavoro, mentre nel 2006 l’ex compagno di università Luca Cordero di Montezemolo ha rivelato che il successore di Trichet passava regolarmente le vacanze con Robert Rubin, ex segretario al tesoro dell’amministrazione Clinton e pezzo grosso di Goldman Sachs. Ma nonostante i veleni, nel contesto attuale avere amicizie eccellenti ed esperienza nell’”aggiustare” i bilanci potrebbe rivelarsi più un vantaggio che una macchia nel curriculum del presidente della Bce…

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