I tempi in cui la duttilità degli italiani e l'amore per il calcio erano altrettanti sinonimi di bunga bunga sembrano lontanissimi ora che siamo stati riammessi tra i paesi responsabili e rispettabili. Nel suo editoriale sul New York Times, Roger Cohen celebra la tecnica e la visione di gioco di Mario Draghi, che con il suo piano di acquisto del debito ha superato il catenaccio della Bundesbank. Come quasi sempre avviene nel calcio, e come è avvenuto agli ultimi europei, la Germania sembra imbattibile ma alla fine vinciamo noi.
La malleabilità e la maestria degli italiani sono troppo per i diktat tedeschi. Super Mario ha battuto la Germania con una serie di finte che ha fatto sembrare i duri della Bundesbank agili ed efficaci come balene spiaggiate. [...] Draghi il gesuita ha aiutato [Angela Merkel a fare le scelte giuste], con le sue frasi ellittiche e la sua capacità tutta italiana di andare a zig zag fino all'obiettivo. Sarebbe facile paragonarlo ad Alexander Hamilton al tempo della prima crisi del debito statunitense. Ma io preferisco vederlo come Andrea Pirlo, il centrocampista dalla visione a 360°, mai affrettato, sempre sicuro, maestro dei passaggi lunghi e corti, flagello della Germania, un fantasista che sa colpire il bersaglio con precisione.