Rosetta, un successo europeo

Pubblicato il 13 Novembre 2014

L'atterraggio riuscito del lander Philae sulla cometa 67P (nella foto Esa), a mezzo miliardo di chilometri dalla Terra, e la riuscita della missione della sonda Rosetta, è un indubbio successo non solo per l’Agenzia spaziale europea (Esa) e un pochino anche per l’Europa tutta quanta — che in questo momento di profonda crisi economica e politica non guasta.

Non c’era probabilmente modo migliore per festeggiare i cinquant’anni dell’Esa e per coronare un progetto lanciato nel lontano 1984, con il programma Horizon 2000. All’epoca, oltre duemila scienziati europei fissarono le priorità per il ventennio successivo, fra le quali l’esplorazione delle comete, spiega su Le Monde l’astrofisico francese Roger-Maurice Bonnet.

Concepito per essere finanziariamente autonomo, il programma Rosetta, scrive Bonnet,

introdusse una rivoluzione dei metodi di lavoro sia della comunità scientifica che dell’Esa e dei suoi stati membri. Il programma diventò un riferimento europeo ed internazionale. Una volta accettato, suscitò l’interesse degli americani, dei giapponesi, dei russi e, più tardi, dei cinesi.

Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

La chiave stava nel contenimento del budget, che “spremette l’immaginazione degli scienziati e degli industriali per trovare soluzioni meno care per un risultato uguale o migliore”. La comunità scientifica europea “si è unita intorno a questo programma che gli ha garantito una indiscutibile reputazione internazionale, facendone un partner inaggirabile di altissimo livello”.

Il successo di Rosetta e di Philae dimostrano insomma che quando gli europei riescono a superare il limite dell’interesse nazionale per concentrarsi su un obiettivo comune, possono andare molto lontano. Gli scienziati ne sono stati capaci. Chissà se i loro dirigenti ne sapranno trarre ispirazione.

Questo articolo ti interessa?

È accessibile gratuitamente grazie al sostegno della nostra comunità di lettori e lettrici. Pubblicare e tradurre i nostri articoli costa. Per continuare a pubblicare notizie in modo indipendente abbiamo bisogno del tuo sostegno.

Mi abbono
Do il mio contributo

Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.

Vedi l'evento >

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni un giornalismo che non si ferma ai confini

Approfitta delle offerte di abbonamento oppure dai un contributo libero per rafforzare la nostra indipendenza

Sullo stesso argomento