Da Parigi ad Atene

Pubblicato il 7 Maggio 2012 alle 16:04

Quali sono state le elezioni più importanti del 6 maggio? Il nuovo presidente francese, François Hollande, ha conquistato la prima pagina di quasi tutte le testate europee all’indomani della sua vittoria su Nicolas Sarkozy. È comprensibile, perché il peso politico ed economico della Francia fa sì che ogni cambiamento nel paese abbia conseguenze sul progetto europeo. Questa volta più che mai, considerando il fatto che il candidato socialista vuole portare avanti una politica di crescita come complemento all’austerity.

Le prossime settimane saranno segnate dalla preparazione per il Consiglio europeo di giugno e dai negoziati tra i leader europei sul modo migliore di stimolare la crescita. Tuttavia il calendario politico del vecchio continente potrebbe essere turbato dal risultato dell’altro grande appuntamento elettorale del 6 maggio, le elezioni legislative in Grecia. Se la sconfitta di Nicolas Sarkozy si spiega in parte con la “maledizione” che incombe sui capi di governo uscenti - negli ultimi due anni soltanto il polacco Donald Tusk è stato rieletto - il voto dei greci somiglia a una rivolta contro il sistema politico del paese. Un sistema che, malgrado i sui difetti e le sue responsabilità per la crisi attuale, è il pilastro su cui si appoggiano Ue ed Fmi per realizzare le misure economiche e la ristrutturazione dello stato richieste in cambio dell’aiuto finanziario.

A prima vista l’elezione di François Hollande potrebbe sembrare una boccata d’ossigeno per il Pasok e Nuova democrazia, i due grandi partiti greci che hanno bisogno di mostrare all’elettorato di essere in grado di smorzare le pretese della troika. Tuttavia, con appena un terzo dei voti ottenuti complessivamente il 6 maggio e un totale di 152 seggi nel nuovo parlamento (su 300), le due formazioni politiche non sembrano in grado di formare un governo di coalizione neanche se lo volessero. Di conseguenza è difficile pensare che l’effetto Hollande, sempre che ce ne sia uno, possa favorirli.

Il Pasok, vincitore delle elezioni 2009, è stato relegato al terzo posto dalla sinistra radicale. Il nuovo parlamento sarà caratterizzato dalla presenza di diverse piccole formazioni, tra cui i neonazisti di Alba dorata. La conseguenza più probabile di questo stallo è la convocazione di nuove elezioni, il che non farebbe altro che aumentare l’incertezza in Europa.

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I dubbi sul rispetto delle condizioni del piano di salvataggio sotto l’autorità della troika e sul futuro della Grecia nell’eurozona sono tornati a galla all’indomani delle elezioni, ripercuotendosi sui mercati finanziari. A Berlino, la cancelliera Angela Merkel si è affrettata a precisare che “non è possibile” rinegoziare il patto di bilancio firmato a marzo. Se ci sarà un dibattito sulla crescita, rischia di essere vincolato ai fatti. Dopo la festa della Bastiglia, il domani potrebbe essere molto difficile.

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