La politica estera Ue a secco

Pubblicato il 25 Marzo 2011 alle 15:42

Con l'opposizione della Germania e le polemiche tra Italia e Francia, l'intervento in Libia ha fornito l'ennesima, allarmante prova che "quando si ha a che fare con una questione legata alla sicurezza gli europei non riescono a mettersi d’accordo", ha scritto il Daily Telegraph. Ancora una volta i paesi membri hanno agito in base alle proprie esigenze di politica interna piuttosto che alla necessità di un'azione comune. Ma oltre a quello diplomatico e militare, la crisi libica ha evidenziato un altro campo in cui l'Europa soffre di una pericolosa mancanza di coordinamento: la politica energetica.

L'intervento è stato giustificato col fine umanitario di difendere la popolazione civile dalla furia di Gheddafi. Ma la credibilità di questo argomento è stata subito minata dall'indifferenza dell'Europa nei confronti degli altri paesi arabi in cui le rivolte popolari vengono brutalmente represse, come lo Yemen o il Bahrein, dove l'inviato Ue ha addirittura giustificato l'uccisione di manifestanti da parte della polizia: "In situazioni simili gli incidenti capitano".

Il motivo di questo doppio standard è semplice: la concomitanza della crisi libica e dell'incidente nucleare di Fukushima – a cui la Germania ha reagito senza consultare i partner europei, mettendoli in grave imbarazzo – ha già provocato un'impennata del prezzo del petrolio, e la capacità estrattiva residua dell'Arabia Saudita è l'ultimo baluardo contro un vero shock petrolifero. La stabilità di questo regime repressivo e dei suoi satelliti deve quindi essere preservata, anche a costo di perdere la faccia.

Come nota il Financial Times, a trarre vantaggio dalla doppia crisi è soprattutto la Russia, che ha visto lievitare le sue rendite petrolifere e si è subito offerta di aumentare le esportazioni di gas verso Giappone ed Europa per compensare la chiusura delle centrali nucleari. Intanto, mentre il gasdotto europeo Nabucco arranca, il suo concorrente russo South Stream continua ad avanzare. E nell'ottica dell'eterno braccio di ferro per l'Europa orientale, tutto ciò che rafforza Mosca indebolisce Bruxelles.

Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

L'Ue ha speso somme astronomiche per dotarsi di un Servizio di azione esterna e finanziare partenariati a est e sud, ma la sua dipendenza energetica rende impossibile esercitare una politica estera assertiva e coerente. Per uscire dall'impasse servirebbe una visione d'insieme. Ma sfortunatamente a Bruxelles gli unici a possederla sono i lobbisti dell'industria petrolifera, a cui le cose vanno benissimo così.

Tags
Ti è piaciuto questo articolo? Noi siamo molto felici. È a disposizione di tutti i nostri lettori, poiché riteniamo che il diritto a un’informazione libera e indipendente sia essenziale per la democrazia. Tuttavia, questo diritto non è garantito per sempre e l’indipendenza ha il suo prezzo. Abbiamo bisogno del tuo supporto per continuare a pubblicare le nostre notizie indipendenti e multilingue per tutti gli europei. Scopri le nostre offerte di abbonamento e i loro vantaggi esclusivi e diventa subito membro della nostra community!

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni il giornalismo europeo indipendente

La democrazia europea ha bisogno di una stampa indipendente. Voxeurop ha bisogno di te. Abbònati!