Un altro passo verso l’Ue

Pubblicato il 28 Febbraio 2012 alle 16:03

Il 28 febbraio i ministri degli esteri dell'Ue si sono espressi in favore della concessione dello status di candidato all'adesione alla Serbia. Una decisione che fa seguito all'accordo di cooperazione regionale firmato il 24 febbraio a Bruxelles tra i rappresentanti di Pristina e Berlgrado. Le parti hanno deciso che nelle relazioni tra le due entità la denominazione "Kosovo" sarà seguita da un asterisco per precisare che l'indipendenza della provincia non è ancora riconosciuta. Sul quotidiano di Pristina Koha Ditore, l'analista Veton Surroi scrive che

la qualità delle relazioni serbo-kosovare dopo un anno di negoziati non cambierà molto con la firma dell'accordo. I due paesi non si riconoscono ancora legittimità giuridica. Ne deriva la necessità di proseguire sulla strada del dialogo fino a quando non si arriverà ad avere una relazione stabile.

Pristina punta a ottenere il riconoscimento da parte dei cinque stati europei che ancora non hanno avallato la sua indipendenza (Cipro, Spagna, Romania, Slovacchia e Grecia), e l'instaurazione di un nuovo quadro giuridico. Tuttavia la mancata definizione dello status del Kosovo rende necessaria una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu con l'avallo della Serbia.

L'Ue offrirà ancora al Kosovo la prospettiva europea e prometterà uno studio della fattibilità dell'integrazione (senza però spingersi fino all'apertura del processi di stabilizzazione e associazione). La Serbia, di contro, potrà ottenere lo status di candidato all'adesione.

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Bruxelles voleva innanzitutto sbloccare la situazione e attirare la Serbia verso l'Unione europea. Belgrado desiderava ottenere lo status di candidato e contemporaneamente continuare a contestare l'indipendenza, la sovranità e la funzionalità del Kosovo, e l'obiettivo è stato sostanzialmente raggiunto. Il Kosovo invece ha perso la sua occasione di normalizzare la situazione.

Presto i paesi coinvolti entreranno in campagna elettorale, una fase "instabile" per definizione. I negoziati per l'adesione della Serbia all'Unione europea non potranno cominciare fino a quanto la situazione politica serba e kosovara non sarà chiara e stabile. Sarà Bruxelles a decidere quando i due governi dovranno sedersi nuovamente attorno a un tavolo.

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