Una lotta all’ultimo sangue tra il presidente e il governo

Pubblicato il 11 Luglio 2012 alle 11:18

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Secondo Evenimentul Zilei è “la prova del colpo di stato: il governo non rispetta la decisione della Ccr”, la Corte costituzionale. Il 10 luglio l’Usl, la coalizione tra socialisti e liberali che sostiene il primo ministro Victor Ponta, ha annunciato che il referendum sulla destituzione del presidente Traian Băsescu previsto per il 29 luglio sarà organizzato seguendo la disposizione urgente adottata dal governo la settimana scorsa, in base a cui sarà sufficiente una maggioranza semplice dei votanti indipendentemente dall’affluenza. Tuttavia secondo la Corte costituzionale il referendum non sarà valido se non voterà la metà più uno dei 18 milioni di elettori e dunque per destituire Băsescu saranno necessari 4,5 milioni di “sì”. “Siamo in piena tempesta e le istituzioni non riescono a mettersi in salvo”, scrive il quotidiano.

Mentre la battaglia continua, il presidente ad interim Crin Antonescu si è già trasferito al palazzo presidenziale di Cotroceni. Per l’Usl e per il Pdl (il partito di cui fa parte Băsescu) ormai è “questione di vita o di morte”, scrive Jurnalul Naţional:

Gli uni si giocano la libertà, mentre gli altri la loro legittimità, soprattutto dopo che Antonescu si è impegnato davanti alle due camere del parlamento a lasciare la politica se Băsescu vincerà al referendum. Non esiste una via di mezzo. […] Chi perde muore, chi vince prende tutto.

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In questo contesto, aggiunge il quotidiano, l’Usl deve motivare il suo elettorato e alimentare

l’odio verso il regime di Băsescu, in modo tale che le persone non attive politicamente decidano di andare a votare. Per il Pdl sarebbe invece meglio che i romeni restassero a casa. Ma come farà Traian Băsescu, uomo politico divenuto una leggenda per non essere stato mai sconfitto, a giustificare con il suo elettorato un eventuale appello a non andare a votare?

Secondo Adevărul la decisione spetta al popolo, anche se il braccio di ferro tra la Corte costituzionale e l’Usl è “cruciale per il futuro della Romania”. Il quotidiano aggiunge che per l’Usl sarebbe un grave errore politico insistere a voler applicare la disposizione urgente:

Da un lato c’è l’accusa nei confronti dell’Usl di non rispettare la legge e la costituzione, dall’altro i simpatizzanti di Traian Băsescu che non riconoscerebbero il risultato di un referendum [condotto in questa maniera]. Inoltre le reazioni all’estero potrebbero essere devastanti per un governo che non rispetta una decisione della Corte costituzionale. […] Siamo nel mezzo di una crisi politica che ha un’unica soluzione: una partecipazione massiccia al voto […] L’astensione non è una scelta.

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