"La Fiat si sdoppia e rilancia", titola La Stampa a proposito della rivoluzione all'interno della maggiore azienda italiana. Luca Cordero di Montezemolo ha lasciato la presidenza a John Elkann, ultimo rampollo della storica famiglia Agnelli, che si è presentato con un nuovo e ambizioso piano industriale. A illustrarlo al quotidiano di proprietà del gruppo è l'a.d. Sergio Marchionne: separazione tra auto e altri settori produttivi, nuove alleanze globali, attenzione ai mercati emergenti e rilancio della produzione nella "Fabbrica Italia". Se i sindacati creeranno problemi, però, è già pronto un piano B: "Abbiamo la possibilità di prendere la baracca produttiva e impiantarla altrove".
Secondo Mario Deaglio, il piano è in linea con le prospettive di "un grande mercato globale con pochissimi produttori per i quali la soglia di sopravvivenza è stimata in 6-7 milioni di veicoli l'anno". Continuare con le alleanze è l'unica soluzione, come ha dimostrato l'acquisizione di Chrysler – tornata a generare profitti – da parte di Fiat e il recente accordo Renault-Daimler. In contrasto con il torpore generale, il piano è un "primo contributo alla messa a punto della nuova Italia economica che emergerà dalla crisi attuale", conclude Deaglio.