Cinque anni dopo l'entrata in vigore dello statuto della Catalogna, la Corte costituzionale si è pronunciata sul ricorso presentato nel 2006 dall'opposizione di destra contro l'autonomia concessa alla regione. "La corte ha approvato il 95 per cento del testo originale, ma non ha soddisfatto il governo regionale catalano": ha infatti dichiarato incostituzionali 14 dei 223 articoli del testo e ne ha "interpretati" 27, riferisce El País. Il quotidiano madrileno definisce "storica" la decisione della Corte per le sue implicazioni politiche, ma anche "la più polemica e complicata" che abbia mai dovuto prendere. La sentenza, che definisce il concetto di nazione catalana e ricorda "l'unità indissolubile della Spagna", fornirà "munizioni retoriche in abbondanza" in vista della campagna per le elezioni locali previste in autunno. El Mundo considera la sentenza un esempio del "raffazzonamento giuridico che affligge la Spagna", e prevede "nel migliore dei casi, un periodo di forti tensioni tra la Catalogna e il governo centrale". Il catalano La Vanguardia sostiene che la Corte "non ha mostrato comprensione per le aspirazioni catalane in materia di lingua, giustizia e tassazione", e non ha riconosciuto il carattere "preferenziale" del catalano. Ad ogni modo, continua La Vanguardia, la sentenza "ha salvato il grosso della riforma" e la "dignità della Catalogna". Secondo El Periódico de Catalunya, infine, la Corte ha ratificato un "statuto al ribasso" rispetto a quello che era stato approvato dai parlamentari spagnoli e catalani e confermato da un referendum regionale nel 2006.
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