Un europeo su quattro - circa 120 milioni di persone - “rischia l’esclusione sociale”, scrive La Vanguardia all’indomani della pubblicazione del rapporto Eurostat sull’inchiesta Ue-Silc sul reddito, l’inclusione sociale e le condizioni di vita. Il documento rivela che nel 2011 si è verificato un aumento dell’un per cento dell’esclusione sociale rispetto all’anno precedente, e questo, sottolinea il quotidiano Barcellona,
nonostante il fatto che la riduzione del numero di persone che devono affrontare questa minaccia sia uno degli obiettivi fissati dall’Ue nella sua strategia Europa 2020.
Il paese con la percentuale di rischio più elevato di povertà o esclusione sociale è la Bulgaria (49 per cento) seguìta dalla Romania e dalla Lettonia (40 per cento). I paesi con la percentuale più bassa sono invece la Repubblica Ceca (15 per cento), i Paesi Bassi e la Svezia (16 per cento). La Vanguardia sottolinea che la Spagna, con il 27 per cento della popolazione (12,4 milioni di persone) a rischio esclusione sociale, si trova tre punti percentuale al di sotto della media europea.
Il rischio di povertà non smette di aumentare per colpa di una crisi che colpisce direttamente e senza distinzione un gruppo di cittadini che in precedenza facevano tranquillamente parte della classe media.
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