A quasi tre mesi dalle elezioni in Belgio e Paesi Bassi, le trattative per formare una coalizione di governo sono in stallo. Secondo De Volkskrant i due paesi condividono gli stessi problemi: populismo egocentrico, allontanamento dell'opinione da una politica in crisi e frammentazione del panorama politico. L'ascesa di partiti di rottura come il Pvv di Geert Wilders e i nazionalisti fiamminghi dell'N-Va è un altro motivo di preoccupazione: "Entrambe le formazioni continuano a premere su questioni pericolose: nei Paesi Bassi la coabitazione di olandesi e immigrati, in Belgio l'unità del paese.
Dopo che il "pre-formatore" socialista Elio Di Rupo ha gettato la spugna e il re ha nominato due mediatori per far ripartire i negoziati sul nuovo governo, Le Soir nota che persino i francofoni hanno cominciato a chiedersi quanto durerà l'unità del Belgio. "Non è una scelta intelligente", commenta De Morgen, che li accusa di ricorrere a questo scenario allarmista per mettere pressione sui negoziatori. "Un trucco", sostiene De Standaard, per dare ai fiamminghi la colpa del fallimento delle trattative.