“Il 21 febbraio, in un discorso pronunciato davanti al parlamento della Baviera, il primo ministro ceco Petr Nečas ha chiesto scusa per l’espulsione dei tedeschi dai Sudeti dopo il 1945”, scrive Hospodářské noviny. In Germania le sue parole hanno ricevuto un ampio plauso. Per i rappresentanti dei tedeschi dei Sudeti, il discorso è un segnale molto positivo, sottolinea [Die Zeit*](http://www.zeit.de/politik/deutschland/2013-02/necas-rede-muenchen-tschechien):
A Praga, invece, l’opposizione di sinistra e l’entourage del presidente uscente Václav Klaus hanno attaccato violentemente Nečas, accusandolo di aver “aperto la porta alle richieste di restituzione dei beni da parte dei tedeschi dei Sudeti”. A gennaio la questione dei Sudeti era stata al centro di forti polemiche in vista delle elezioni presidenziali ceche, suscitando perplessità anche in Germania e in Austria. In un commento, il quotidiano economico praghese aggiunge che
anche noi dovremmo applaudire Petr Nečas, che ha ammesso apertamente le ingiustizie del dopoguerra. Sarebbe molto meglio che affermare – in modo falso e cercando un alibi, come ha fatto il presidente Klaus – che se abbiamo ucciso, linciato e violentato tedeschi innocenti è stato solo perché avevano cominciato loro.
In Austria Die Presse interpreta diversamente le parole del primo ministro:
Nečas esclude la possibilità di restituire i beni [ai tedeschi dei Sudeti], […] ma non è andato oltre ciò che aveva già detto nella dichiarazione tedesco-ceca del 1997.