Rassegna Regno Unito-Argentina

Il referendum non risolve lo scontro sulle Falkland

Pubblicato il 12 Marzo 2013 alle 15:51

Secondo i risultati di un referendum sullo status delle isole Falklands (Malvinas in spagnolo) tra i 2.900 abitanti dell’arcipelago dell’Atlantico meridionale, il 98 per cento dei votanti chiede che le isole restino un territorio d’oltremare britannico e non entrino a far parte dell’Argentina. La disputa sul controllo dell’arcipelago situato a circa 310 miglia dalla costa argentina sud-orientale oppone da decenni le due nazioni, e nel 1982 ha scatenato la guerra delle Falkland.
Di recente l’Argentina ha invitato insistentemente il Regno Unito a cedere i suoi diritti sull’area, che controlla ormai da 150 anni. Secondo il Daily Telegraph

Il risultato è una vittoria per David Cameron, che ha sostenuto il referendum come espressione tangibile del diritto all’autodeterminazione degli abitanti dell’isola, e un affronto alla presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner, che ha definito irrilevante il voto di una “popolazione impiantata”. Kirchner ha strumentalizzato la disputa per distrarre i suoi connazionali dalle difficoltà economiche del paese (il cui tasso di inflazione è tra i più alti del mondo), ma la scelta sembra essersi rivelata controproducente.
Prima di conoscere il risultato, l’opinionista del Guardian Roy Greenslade aveva parlato di “voto combinato”. 
La risposta argentina, secondo cui il referendum è un’insignificante trovata pubblicitaria, è senza dubbio corretta (anche se si può non essere d’accordo con le rivendicazioni territoriali di Buenos Aires). Di sicuro è in questo modo che sarà considerato nel resto del mondo, Stati Uniti inclusi. […] A questo punto forse la speranza dell’Argentina è quella di persuadere 1.700 argentini a trasferirsi sull’isola attendendo che il Regno Unito indica un nuovo referendum tra sette anni.
Il quotidiano argentino Clarín sottolinea che trent’anni dopo la guerra il contesto internazionale è nettamente cambiato:
Il conflitto non è più bilaterale, ma regionale. […] Un terzo attore ha fatto la sua comparsa, e il contenzioso non è più limitato a Londra e Buenos Aires. Il terzo attore è la popolazione dell’arcipelago, che si comporta in modo autonomo rispetto al governo britannico e che si è espressa attraverso la propria autorità politica.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche La Nación, secondo cui attraverso il referendum
circa il 60 per cento degli elettori ha definito la propria identità: isolani delle Falkland. Che si sbaglino o meno, pensano di potersi governare da soli per tutte le questioni essenziali e per ciò che riguarda la vita della comunità. Inoltre sono convinti di avere tutto l’interesse a delegare le relazioni esterne e la difesa, e preferiscono sbagliare così e vivere di conseguenza.

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