Secondo Le Canard Enchaîné la Direzione centrale d'informazione interna sarebbe stata incaricata dal presidente francese Nicolas Sarkozy di "sorvegliare i giornalisti autori di inchieste scomode su di lui e i suoi collaboratori". Il settimanale precisa che il responsabile dei servizi segreti, che preferirebbe dedicarsi alla lotta al terrorismo, avrebbe affidato l'incarico a un gruppo creato appositamente.
Per ora la stampa francese non ha reagito a queste rivelazioni, che arrivano dopo il furto di computer nelle case e negli uffici dei giornalisti che avevano indagato sul caso Bettencourt, lo scandalo politico-finanziario che coinvolge fra gli altri il ministro del lavoro Eric Woerth e l'erede del gruppo L'Oréal. Alcune settimane prima Le Monde aveva presentato una denuncia per violazione del segreto sulle fonti, perché si era fatto ricorso ai servizi segreti per rivelare l'informatore di uno dei suoi giornalisti che indagava sulla vicenda. E nella primavera scorsa, ricorda Libération, i servizi erano stati incaricati di scoprire da dove provenivano le voci su un presunto un amante della moglie del presidente, Carla Bruni.
In Romania la pubblicazione sulla stampa di intercettazioni telefoniche che coinvolgono politici e uomini d'affari ha provocato vive polemiche. "Le intercettazioni, da una dittatura all'altra", titola Jurnalul National. Il quotidiano ricorda che questa tecnica di spionaggio ha una lunga tradizione nel paese, in particolare quando era utilizzata dal regime comunista per "misurare costantemente il patriottismo e la dedizione alla causa comunista". Jurnalul National osserva che "la questione delle intercettazioni si pone quando il potere diventa eccessivo", perché l'ossessione della sorveglianza è una caratteristica comune a tutti i poteri forti. Così in Romania, "nonostante il cambiamento generazionale, ascoltare dietro la porta fa ancora parte del dna dello stato".