Integrazione economica europea

La deriva di un continente

Pubblicato il 19 Marzo 2015 alle 15:21

Una valuta comune non accompagnata da un’unione politica o fiscale ha lasciato l’Europa a rischio di scissione, scrive Timothy Garton Ash sul quotidiano britannico The Guardian. L’attuale crisi della zona euro ha ampliato maggiormente la spaccatura tra un nord ancora prospero e un sud sommerso dai debiti. Ha anche messo gli interessi democratici nazionali in rotta di collisione con la leadership dell’Ue.

Garton Ash non ritiene che la spaccatura sia imminente. Tuttavia, essa gli pare inevitabile. Riferendosi all’economista britannico Adam Smith, aggiunge:

Tenuto conto dei risultati straordinari ottenuti nei 70 anni trascorsi dal 1945, e dei ricordi e delle speranze tuttora riposte nel progetto europeo, nel nostro continente continua a esserci molto sfacelo.

Le sofferenze si faranno molto più acute a sud, ma questo squilibrio strutturale alla fine colpirà le potenze industriali del nord Europa. Il motivo di ciò, sostiene Garton Ash, va ricercato nell’assenza di un’unione politica che potrebbe riconoscere differenze strutturali tra gli stati membri. Il fatto che l’economia dell’Alabama non avrà mai performance paragonabili a quelle della California è riconducibile al federalismo statunitense. Al confronto, l’Ue sta cercando di trasformare il continente intero in un Exportweltmeister – un campione mondiale delle esportazioni – di stampo tedesco. Questa idea trascura di prendere atto della necessità di un mercato interno nel quale esportare. “Se tutti quanti si devono comportare di più come la Germania” prosegue Garton Ash, “la Germania allora deve comportarsi un po’ meno come la Germania. Peccato che non sia pronta a farlo”.

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Ancora più impellente è il fatto che il sud Europa sia stato colpito, a ondate successive, da tagli e liberalizzazioni, senza che avesse luogo l’auspicata trasformazione economica:

Greci, italiani e francesi non sono tedeschi. Le loro economie sicuramente necessitano di riforme strutturali, di quelle stesse che, per esempio, hanno dato slancio alle esportazioni dalla Spagna. Solo che le loro società e le loro imprese non reagiscono nello stesso modo.

Ne consegue un’Europa nella quale gli interessi democratici nazionali stanno diventando inconciliabili con la missione di fondo dell’Ue. L’integrazione economica ha comportato grandi sofferenze per molti paesi membri e il rafforzamento dell’egemonia della Germania. Ormai c’è scarso desiderio di una più stretta unione politica, anche se per Garton Ash questo è l’unico modo per uscire dall’attuale crisi della zona euro:

Il guaio è che i problemi strutturali della zona euro richiedono una solidarietà democratica europea transnazionale tra concittadini che non esiste tra le differenti nazionalità della zona euro, e che non è ravvisabile sul breve periodo. […] La democrazia nazionale, pertanto, resta in piedi in una tensione crescente con l’integrazione europea.

Che cosa fare, allora? Garton Ash non è ottimista al riguardo delle chance di sopravvivenza dell’unione. Ma non è mai troppo tardi per cambiare la rotta europea:

Gli europei nati intorno al 1989 e dopo riusciranno a generare quella visione e quella volontà politica alle quali le nostri attuali politiche non riescono a dar vita?

Traduzione di Anna Bissanti

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