Grande moschea di Bucarest

Il megaprogetto di Ankara divide i Rumeni

Pubblicato il 4 Settembre 2015 alle 06:21

La costruzione a Bucarest della più grande moschea d'Europa divide l'opinione pubblica rumena da quando lo scorso aprile il Primo Ministro Victor Ponta ha firmato con Ankara un accordo in proposito. Esso suggella un partenariato avviato nel 2004, allorché il Patriarcato ortodosso rumeno ricevette un terreno a Istanbul in cambio degli 11000 metri quadrati su cui deve sorgere la moschea di Bucarest.

Lo scambio non dovrebbe prestarsi a polemiche, se non fosse che come notano alcuni la comunità musulmana di Romania su circa venti milioni di abitanti conta appena 70000 fedeli, per lo più di origine turca e tatara, i quali vivono sulla costa. Quindi intellettuali, teologi e una parte dell'opinione pubblica rumena si interrogano sulla bontà del progetto e sulla sua reale necessità.

La polemica che infuria da settimane, scandita da manifestazioni degli oppositori della costruzione della moschea (il sito è stato a più riprese contaminato con carne di maiale), nota su Adevărul l'analista, scrittore e professore universitario Radu Carp, deve essere inserita in un contesto più ampio, quello “di una Turchia sempre più confessionale e di un'Europa sempre più secolarizzata”.

Secondo Carp la comunità musulmana rumena non è veramente stata coinvolta nella costruzione della moschea. Si tratta piuttosto di una richiesta ufficiale dello stato turco, risalente al 2004 e a cui la Romania ha deciso adesso di dare seguito:

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Recep Tayyip Erdoğan, da sempre seguace di un islamismo illuminato, non ha potuto mettere in atto le proprie idee finché non ha avuto il potere. Adesso ha capito di poter vincere un'importante scommessa finanziando le attività religiose della diaspora turca. Ha capito anche che le proteste contro i suoi piani saranno deboli, perché in nome della tolleranza e della libertà religiosa gli sarà consentito tutto. […] La Turchia sembra riuscire a insinuarsi in Romania, mentre il resto dell'Unione Europea si oppone ai suoi progetti di espansione religiosa: il progetto di una moschea a Colonia è stato approvato con difficoltà e l'Austria pone ostacoli adottando una legge che limita il sostegno di uno stato a un culto islamico a un'unica occasione e non permette un finanziamento continuativo.

E mentre la Chiesa ortodossa rumena, pur domandandosi se il paese, con 15218 chiese, ne abbia davvero bisogno, condanna ufficialmente gli atti ostili alla costruzione della moschea, dal canto suo Radu Carp osserva con ironia che il Primo Ministro Victor Ponta “deve probabilmente aver letto l'ultimo romanzo di Michel Houellebecq, Sottomissione…”.

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