"Sarkozy e Cameron accolti come liberatori", titola Le Figaro all'indomani della visita in Libia del primo ministro britannico e del presidente francese. "Nicolas Sarkozy e David Cameron hanno approfittato del momento […] per raccogliere i frutti della loro determinazione. Mentre il nostro continente annaspa nella crisi del debito, il fatto che due leader europei vengano acclamati in questo modo in un paese arabo è in un certo senso consolante", sottolinea il quotidiano conservatore.
Dall'altro lato della Manica l'Independent sostiene invece che "Cameron e Sarkozy avrebbero fatto meglio a evitare la visita". Anche se i due avevano tutto il diritto di essere i primi capi di stato occidentali a visitare la Libia post-Gheddafi e sono stati accolti da un bagno di folla, "l'entusiasmo dei libici non cancella il fatto che la loro visita sia arrivata troppo presto".
L'immagine dei due capi di governo in posa per il piacere dei media è più forte della retorica, e da l'impressione di due ricchi mecenati nell'atto di benedire il successo della loro iniziativa. Ma è un'immagine inutile, che rischia di dar forza a chi è convinto che la partecipazione dell'occidente alla rivolta libica non sia altro che una forma di neoimperialismo.
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Le Soir definisce la visita un "rush diplomatico verso Tripoli: il duo ha bruciato sul tempo il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, atteso anche lui per mercoledì 15 settembre". "Probabilmente non è un caso che la fretta [dei leader europei] coincida con la timida ripresa delle esportazioni petrolifere libiche", aggiunge il quotidiano belga.