Madrid, 9 febbraio. Messaggi di solidarietà a Garzón in Puerta del Sol.

Il giudice Garzón al capolinea

Il 9 febbraio la Corte suprema ha condannato Baltasar Garzón a 11 anni di interdizione dall'esercizio della magistratura per abuso di potere. L'ex giudice-star è stato riconosciuto colpevole di aver ordinato intercettazioni illegali nell'abito dell'inchiesta sul dossier “Gürtel”, un caso di corruzione che ha coinvolto alcuni componenti del Partito popolare (Pp, al governo) della regione di Valencia.

Pubblicato il 10 Febbraio 2012 alle 13:01
Madrid, 9 febbraio. Messaggi di solidarietà a Garzón in Puerta del Sol.

La condanna mette fine alla carriera dell’uomo divenuto celebre per aver fatto arrestare l'ex dittatore cileno Augusto Pinochet. La stampa spagnola, intanto, si divide sulla vicenda.

"La Corte suprema la fa finita con Garzón", titola El País. Il quotidiano di centrosinistra mette in causa la decisione, il cui scopo sarebbe quello di

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cancellare Garzón come giudice. [Il verdetto] implica la fine della carriera di un giudice che, quali che siano le opinioni che si possano avere di lui, ha reso un servizio importante alla società nella lotta al terrorismo, al traffico di droga e al crimine organizzato, e ha giocato un ruolo di primo piano nell'applicazione della giustizia universale e nella difesa dei diritti dell'uomo contro le dittature.

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El Mundo sottolinea invece l'unanimità del verdetto emesso dalla Corte suprema, "importante in quanto conferma che non ci sono state divisioni ideologiche, ma un criterio giuridico condiviso che ha determinato la decisione finale". Il quotidiano conservatore critica la scelta di Garzón di pubblicare un comunicato in cui definisce la decisione "ingiusta e predeterminata".

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Al culmine della paranoia, afferma che la decisione della Corte 'elimina ogni possibilità di far luce sulla corruzione', come se l'unico mezzo per farlo fosse attentare alle garanzie costituzionali. Tutto ciò rivela la megalomania di quest'uomo, che si crede vittima di una cospirazione universale e si permette il lusso di disprezzare e insultare la Corte suprema.

L'opinione di El Mundo è condivisa da ABC, secondo cui Garzón "paga per i suoi eccessi":

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È stato vittima di se stesso. Ha pensato che il fine giustificasse i mezzi e ha violato una norma sacra dello stato di diritto, trasformando un'indagine in una procedura inquisitoria […] Ora la palla passa alla Corte [Corte europea dei diritti dell'uomo] di Strasburgo, il che permetterà a Garzón di sfruttare la reputazione internazionale che ha curato con tanta attenzione, basata più sullo spettacolo che sull'attività di magistrato.

Secondo Público Garzón è stato "giustiziato". Il quotidiano riassume in una frase la spaccatura nell'opinione pubblica:

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La sinistra critica la decisione, la destra l'applaude.

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