Boicottare gli europei per salvare Timoshenko?

A cinque settimane dall’inizio dei campionati europei di calcio, che si giocheranno in Polonia e Ucraina, la situazione dei diritti umani nell’ex repubblica sovietica preoccupa i vertici europei. Diversi politici tedeschi hanno minacciato il boicottaggio della manifestazione se Kiev non migliorerà le condizioni di detenzione dell’ex primo ministro Julia Timoshenko.

Pubblicato il 30 Aprile 2012 alle 14:43

Condannata a sette anni per abuso di potere (i suoi sostenitori parlano di un complotto ordito dall’attuale presidente Viktor Janukovich per eliminarla dalla scena politica), il 24 aprile l’ex leader della “rivoluzione arancione” ha cominciato uno sciopero della fame.

In Germania la Süddeutsche Zeitung sottolinea che l’Ucraina è sempre più sotto pressione. Il ministro dell’ambiente tedesco Norbert Röttgen è stato il primo a chiedere ai politici di boicottare l’evento: “bisogna evitare assolutamente che il regime ucraino utilizzi il campionato per migliorare la propria immagine”, ha dichiarato. Anche la cancelliera ha evocato la possibilità di boicottare gli europei, riporta il quotidiano. “La partita della libertà per Timoshenko”, titola laTageszeitung, che critica l’assenza di reazioni da parte dell’Uefa, la federazione europea di calcio.

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Sostenere una causa che vada al di là dell’ambito sportivo è difficile per i funzionari del mondo dello sport. […] L’Uefa non si schioda dalla sua scelta di non occuparsi di politica, ignorando il fatto che una festa sportiva internazionale come il campionato di calcio europeo è un evento altamente politico. I vertici del mondo dello sport possono aggrapparsi a un solo argomento per giustificare la loro passività: la semplice liberazione di Timoshenko non renderebbe l’Ucraina una democrazia di prima fascia. […] Tuttavia sarebbe comunque un atto simbolico che avrebbe conseguenze pratiche.

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In Polonia, paese co-organizzatore di Euro 2012, Gazeta Wyborcza titola “I tedeschi giocano [la carta] Timoshenko”. Secondo il quotidiano i politici tedeschi, compreso il capo dell’Spd Sigmar Gabriel, criticano ferocemente le autorità ucraine per aumentare la loro popolarità in vista delle elezioni legislative dell’anno prossimo.

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I politici tedeschi non si preoccupano tanto delle condizioni di salute di Timoshenko e della democrazia ucraina, quanto piuttosto di guadagnare terreno prima del rinnovamento del Bundestag. […] Nel caso del capo dell’Spd, si può parlare di ipocrisia. [Gabriel] non ha protestato quando il suo predecessore e mentore politico Gerhard Schröder ha definito [il presidente russo] Vladimir Putin un “democratico trasparente”, e non ha aperto bocca nel caso di Mikhail Khodorkovski, ex oligarca spedito nel gulag da Putin […], in una vicenda sconvolgente tanto quanto l’incarcerazione di Timoshenko. [I politici tedeschi] temono la potente Russia e non vogliono scatenare una polemica con Mosca, ma l’Ucraina è un paese periferico, un buco nero in mezzo all’Europa. Il boicottaggio di Euro 2012 non aiuterà la democrazia ucraina, ma convincerà quella parte della società che tende verso l’occidente che l’Europa li ha abbandonati, che suppone che sotto Janukovich il paese subirà una deriva autoritaria e che le aspirazioni europee di Kiev erano soltanto un sogno.

Il danese Jyllands-Posten si chiede se “i governi dovrebbero boicottare il campionato europeo di calcio” in seguito alla minaccia tedesca di non partecipare a Euro 2012. Secondo il quotidiano i politici sono divisi sull’argomento:

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Il ministro della cultura Uffe Elbæck attenderà di conoscere la posizione dei suoi colleghi degli altri stati Ue prima di decidere se andare in Ucraina. Più netta la posizione di Per Stig Møller, portavoce dei Conservatori per la politica estera ed ex capo della diplomazia e ministro della cultura: “[partecipare]sarebbe un atto di sostegno verso il governo [ucraino] che ha commesso delle atrocità nei confronti di Julia Timoshenko”.

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