Secondo i dismostranti, la tragedia è stata provocata dall'incuria e dalla corruzione del sindaco del distretto dove si trova il locale, un fenomeno molto diffuso nel paese e che volevano denunciare, sottolineano i principali giornali. Il 5 novembre, il presidente della repubblica Klaus Iohannis ha nominato primo ministro ad interim il ministro dell'Istruzione, il tecnico Sorin Cimpeanu. Questa rassegna è stata pubblicata originariamente su Internazionale.
România liberă scrive che sono state le migliaia di persone scese in strada la sera del 3 novembre per denunciare la corruzione e il suo ruolo nell’incendio della discoteca Colectiv a spingere Ponta a dimettersi. Per il quotidiano,
hanno chiesto le dimissioni e soprattutto il cambiamento. "Non ce ne torniamo a casa, i nostri morti non lo permettono’ era uno degli slogan ripetuti per tutta la notte del 3 novembre. L’indomani, quando molti di quelli che protestavano ancora dormivano, un sindaco e un intero governo erano caduti."
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È stato il capo del Partito socialdemocratico, Liviu Dragnea, ad annunciare per primo le dimissioni di Ponta, del quale voleva sbarazzarsi da tempo, sottolinea Adevărul. Nell’editoriale Daniel Gorgonaru sostiene che è chiaro che la rivolta della piazza non ha colore politico né ideologia:
in compenso, ha dei principi chiari. No alla corruzione, no all’incompetenza, no alla demagogia, no alle bugie. […] Le dimissioni del governo Ponta sono una prima battaglia vinta, ma non la guerra. E le domande delle piazze non sono negoziabili.
Evenimentul zilei osserva che è stata la piazza a cacciare il premier, un fenomeno che sta dientando abituale in Romania, sottolinea l’editorialista Ion Cristoiu:
In tutti i paesi civili del mondo le tensioni sociali e l’erosione del governo trovano una soluzione nelle elezioni anticipate. Da noi, siccome queste ultime sono praticamente impossibili, da 25 anni si ivocano le piazze per rovesciare i governi.
La Romania è governata dalla piazza, ritiene anche Libertatea, secondo il quale i goveri sono ormai alla mercé delle proteste. “La società civile sembra più matura”, scrive,
quando si arrabbia, può far cadere dei governi. Questa volta però chiede di più che un semplice cambio di governo: chiede che cambi il modo in cui si fa politica in Romania.